“Per i prossimi tre anni il Governo ha stanziato 7 miliardi di euro in più sul fondo sanitario nazionale. Insieme alla maggiore dotazione economica serve un nuovo modello organizzativo e ancora prima una migliore programmazione per un impiego ottimale delle risorse. 
Sento parlare erroneamente di tagli al fondo sanitario imputabili all’attuale Governo, ma i numeri non sono opinabili. Sono stati previsti 2 miliardi e 150 milioni di euro in più in Legge di Bilancio 2023, destinati a far fronte ai rincari dovuti all’emergenza energetica, ma non solo. E per il prossimo biennio saranno allocati rispettivamente altri 2,3 miliardi e 2,6 miliardi di euro. Ricordo che prima del Covid il fondo sanitario nazionale ammontava a 114 miliardi in totale; oggi ne abbiamo a disposizione molti di più, che certamente non riusciranno a colmare il sotto-finanziamento di ben 37 miliardi accumulati nell’ultimo decennio, ma sono indicativi della volontà di questo esecutivo di proseguire negli investimenti in sanità, anche una volta superata la fase pandemica che ha richiesto un’iniezione straordinaria di risorse economiche.Ci troviamo di fronte una situazione complessa con diverse variabili, da affrontare e riorganizzare con diligenza e razionalità e una visione di sistema”.

Questo è quanto dichiarato dal Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, alla trasmissione “Omnibus” su LA7.

Nella stessa occasione Gemmato ha parlato anche della necessità, da parte del Governo, di rivedere il modello organizzativo dell’assistenza sanitaria e sociale nazionale e soprattutto attuare una più efficace programmazione:

“Il tema è soprattutto quello del personale, che deve essere messo nelle condizioni di poter lavorare al meglio e in serenità e di crescere professionalmente. Sul ricorso ai medici gettonisti, ad esempio, vi è una forte critica da parte del Governo, sia in termini etici per la disuguaglianza di trattamento remunerativo che essi ottengono rispetto ai colleghi impiegati nel sistema pubblico; ma anche di merito, non sempre i medici selezionati per esercitare a gettone. Infatti hanno la specifica professionalità richiesta.”

Nel merito della revisione della sanità di prossimità, Gemmato apre il dibattito sul possibile superamento del vincolo di esclusività di rapporto per le professioni infermieristiche:

“L’infermiere è un professionista che consegue un titolo a seguito di un corso di laurea magistrale: questi professionisti potranno dare una boccata d’ossigeno alle costituende case di Comunità, alle RSA, all’assistenza domiciliare: credo che i tempi siano maturi per una riflessione su come rivedere il loro ruolo”.