La bulletta da'a Garbatella, alias Giorgia Meloni, giovedì sera era da "Paolo", nel senso di Del Debbio, a snocciolare il suo Vangelo rispondendo alle domande, in pratica degli assist, che in precedenza aveva quasi certamente lei stessa fornito al fido e scodinzolante propagandista di Forza Mediaset.

Tra vittimismo e vaffa, la simpaticissima - come una spina nel ... fianco - (post) fascista romana ha fatto il solito comizio proponendosi come martire delle malefatte, delle trappole e della disinformazione... di chiunque, pure dei vescovi italiani che, ahi loro, hanno osato esprimere la propria perplessità su una delle tre porcate di riforma costituzionale, quella del premierato, che la ducetta de noantri vuole imporre per instaurare una simil dittatura come fascio comanda:

"Nun so esattamende de che se stà a preoccupa' 'a Conferenza Episcopale Itagliana visto che 'a riforma der premierado nun tocca li rapporti tra Stato e Chiesa. Ma - ah Paolo - me devi da consenti' pure de dì, con tutto er rispetto, che nun me pare che 'o Stato der Vaticano sia 'na Repubblica parlamendare, quindi nisciuno ha mai detto che s'è preoccupado pe' questo. E quindi famo che nessuno se preoccupa".

Ed a Zuppi e compagnia è andata pure bene che la piccola premier non si sia  accorta che la CEI ha espresso gravi preoccupazioni anche sull'altra porcata di riforma costituzionale, quella dell'autonomia differenziata.

Con queste premesse acquista ancor più valore e merito il ritratto della (post) fascista Meloni e del suo governo fatto oggi dal presidente della regione  Campania, Vincenzo De Luca, che aveva da liberarsi dei macigni che si era ritrovato nella scarpa, dopo l'agguato organizzatogli dal "minculpop" (il suo ufficio stampa) della premier Meloni.

Questi alcuni passaggi di ciò che ha detto De Luca nella diretta del venerdì, ripresi dalla Agenzia DIRE (www.dire.it): 

“Stavolta, ma anche prima, ha fatto tutto da sola, il presidente del Consiglio. Ha fatto tutto lei. Nel momento in cui il presidente della Regione Campania era andato ad accoglierla, a darle il benvenuto, ha ritenuto di proporsi con una performance un po’ volgare, studiata a tavolino. Non avevamo percepito la genialità di questa operazione di comunicazione politica, ce la potevamo risparmiare”, spiega De Luca, evidenziando come usare l’appellativo “stronza” sia stato “un autogol ovviamente per la Meloni, ma devo dire – ancora il governatore campano – che si è confermata a Caivano una sensazione di inadeguatezza del nostro presidente del Consiglio”. “Abbiamo avuto la conferma – insiste De Luca – che l’onorevole Meloni è presidente del Consiglio a sua insaputa. Non se ne è ancora accorta e nessuno le ha ancora spiegato che nella funzione di capo del governo rappresenta l’Italia e gli italiani tutti, non una parte politica. Si trova in una istituzione che è un po’ diversa da una sezione di partito”. “Il premier non si confronta con nessuno, parla da sola, non offre al mondo dell’informazione la possibilità di fare domande”. “In media – racconta – credo di andare in giro per il territorio regionale tre volte a settimana per inaugurare opere o per aprire i cantieri. Ogni volta che vado in giro mi trovo di fronte una decina o una quindicina di giornalisti che mi fanno domande di tutti i tipi. E rispondo. Ho una media di confronto stampa di tre volte alla settimana. Quando ho fatto un commento sulla performance di Caivano dell’onorevole Meloni ero all’ospedale Cardarelli, dove mi hanno avvicinato una decina di giornalisti… Si fa così…”.“Puoi fare Telemeloni, Telepippe, ma almeno una volta alla settimana, una volta al mese, presentati in maniera libera di fronte ai giornalisti che possono farti tutte le domande che vogliono. Qualcuna corretta, qualche altra sgangherata, ma ti presenti al confronto pubblico, senza scappare”.  “Abbiamo conosciuto una presidente del Consiglio che è diventata un esempio di trasformismo nel nostro Paese, specializzata nel dire e nel fare esattamente il contrario di quanto aveva detto di voler fare. Gli extraprofitti delle banche? Tutto finito in una bolla di sapone. Togliamo le accise sulla benzina? La benzina è a 2,50 euro. I 100 euro in più sulle tredicesime? Le hanno fatto capire che i soldi non ci sono”. 

E per chi volesse gustarsi il resto del ritratto della bulletta (post) fascista da'a Garbatella, pennellato da De Luca, ecco il video della diretta...