Dal 3 al 5 febbraio, Papa Francesco sarà di nuovo in viaggio per un visita pastorale che lo porterà stavolta negli Emirati Arabi Uniti, la prima visita di un pontefice nel Golfo Persico.
Un Papa in un paese arabo a maggioranza islamica? Sì, ma la visita non è da considerarsi un colpo di teatro. Infatti, è dal 2007 che Santa Sede ed Emirati Arabi Uniti hanno stabilito relazioni diplomatiche e nel settembre 2016, il principe ereditario di Abu-Dhabi, lo sceicco Mohamed bin Zayed al Nahyan, è stato ricevuto da papa Francesco in Vaticano.
Successivamente, nel 2018 il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale degli EAU ha invitato ufficialmente il Papa a visitare il Paese.
Una visita che sarà ovviamente anche pastorale. Infatti, su una popolazione di poco superiore ai 9 milioni di persone, il 10% della popolazione residente negli Emirati Arabi è di religione cattolica, costituito da lavoratori stranieri in un Paese dove vivono persone
di oltre 200 nazionalità ed etnie diverse.
Considerando la vocazione turistica di Abu-Dhabi, gli Emirati non mancheranno certo di utilizzare questo evento come occasione promozionale per dare di sé un'immagine di accoglienza e convivenza, del tutto opposta a quella in cui vengono descritti i Paesi arabi.
Tra gli appuntamenti più importanti della visita, la celebrazione della Messa, martedì 5 febbraio, allo Zayed Sports City Stadium di Abu-Dhabi, con le autorità locali che hanno concesso un giorno di riposo a tutti i fedeli per poter partecipare alla celebrazione, dove sono attese oltre 150mila persone.
Da non dimenticare neppure che lunedì 4 febbraio, papa Francesco incontrerà il Gran Imam della Moschea Al Azhar, lo sceicco Ahmad Al Tayyeb, Presidente del Consiglio degli anziani musulmano.
Quello che inizierà domenica sarà il 27.esimo viaggio apostolico di papa Francesco, che corrisponderà al 41.esimo Paese da lui visitato a partire dal 2013, anno d'inizio del suo pontificato.