Il maggiore della 36.a brigata dei marines ucraini, Serhiy Volyna, mercoledì ha inviato quello che potrebbe essere il suo ultimo appello prima della capitolazione. Gli ultimi resistenti asserragliati nell'acciaieria Azovstal sono ormai allo stremo, incapaci di resistere alle soverchianti forze russe. Alla loro resistenza i russi potrebbero porre fine nelle prossime ore, al massimo nei prossimi giorni. Per questo motivo, Serhiy Volyna, dopo aver ribadito che i suoi uomini non si arrenderanno, ha però chiesto assistenza internazionale per i 500 soldati feriti e le centinaia di donne e bambini che hanno trovato rifugio nei seminterrati dell'acciaieria.
Non è ben chiaro, però, se le persone oggetto del suo appello potranno far parte delle 6mila che oggi dovrebbero essere evacuate da Mariupol, nel corridoio umanitario concordato tra russi e ucraini e annunciato dal sindaco della città, Vadym Boichenko, che però non ha dato alcuna garanzia sulla sua effettiva attuazione.
In compenso, i russi hanno annunciato un nuovo ultimatum ai soldati asserragliati nell'acciaeria Azovstal, la cui scadenza è prevista per il primo pomeriggio di oggi.
Intanto si combatte lungo il fronte dell'Ucraina orientale. Un fronte lungo 480 Km, diventato decisivo per le sorti della guerra e per quelle di Putin che difficilmente, dopo aver subito una disfatta nel nord, potrebbe sopravvivere ad una sconfitta nel Donbass. Per questo, come riporta il Guardian, la Russia avrebbe schierato in quell'area anche 20mila mercenari provenienti da Siria, Libia e altre nazioni, arruolati nella milizia privata Wagner.
E per questo i combattimenti in quell'area saranno ancor più duri rispetto a quelli a cui finora, tramite i resoconti, abbiamo assistito. Ed è per questo che gli appelli alla fornitura di nuove armi da parte di Zelensky si stanno moltiplicando, ed è per questo che dall'occidente si susseguono resoconti che confermano che tali appelli non stanno cadendo nel vuoto.
Il ministro della Difesa norvegese, Bjørn Arild Gram, ha affermato che il suo paese ha donato all'Ucraina 100 sistemi missilistici a corto raggio Mistral, di fabbricazione francese, non più in uso alle forze armate norvegesi ma da considerarsi comunque "un'arma moderna ed efficace che sarà di grande beneficio per l'Ucraina".
AeroVironment, azienda statunitense produttrice di droni, donerà all'Ucraina oltre 100 dei suoi aeromobili senza pilota al Ministero della Difesa ucraino, fornendo anche personale per l'addestramento all'uso. La donazione è indipendente dalla fornitura di droni effettuata dagli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti starebbero preparando un ulteriore pacchetto di aiuti militari da 800 milioni di dollari per l'Ucraina che potrebbe essere approvato entro le prossime 36 ore. Una decisione in linea con quanto concordato da Biden con il premier canadese Justin Trudeau, che ha dichiarato che il Canada invierà artiglieria pesante, e quello britannico Boris Johnson, che ha annunciato altrettanto alla Camera dei Comuni.
Secondo il Pentagono, all'Ucraina sarebbero stati forniti anche nuovi aerei, ma da Kiev è arrivata una smentita. L'Ucraina avrebbe ricevuto solo pezzi di ricambio e non nuovi aerei.
Nel bollettino di mercoledì, il ministero della Difesa ucraino ha portato a 20.900 il numero dei soldati russi rimasti uccisi finora dal 24 febbraio. Le forze armate ucraine hanno riferito che la Russia ha perso anche 815 carri armati, 2.087 veicoli corazzati per il trasporto di personale, 1.504 veicoli, 391 pezzi di artiglieria, 136 sistemi di lancio multiplo di razzi, 67 sistemi di difesa antiaerea, 150 elicotteri, 171 aerei, 76 serbatoi di carburante, 165 UAV e 8 imbarcazioni.