Biden sta approfittando del conflitto in atto tra Gaza e Israele per cercare di sbloccare l'impasse repubblicana alla Camera, che sta di fatto bloccando l'attività del Congresso , soprattutto, l'invio di armi in Ucraina. Per tale motivo, in un discorso dallo studio Ovale, rivolgendosi alla nazione il presidente degli Stati Uniti ha detto che la storia mondiale è a "un punto di svolta" sostenendo la necessità di un "investimento intelligente" di miliardi di dollari in aiuti in tempo di guerra per Ucraina e Israele, mettendo sullo stesso piano Hamas e la Russia, accusati entrambi di voler annientare la nazione "democratica" con cui confinano!

Per tale motivo, ha poi aggiunto Biden, invierà quest'oggi una richiesta di finanziamento urgente per 105 miliardi di dollari al Congresso. Ma la Camera dei Rappresentanti non ha un leader ed appare molto complicato che possa approvare alcuna spesa ed è per questo, rivolgendosi alla nazione, spera di sbloccare l'impasse e far passare il finanziamento che, secondo alcuni media, sarebbe suddiviso in questi termini:

  • 60 miliardi di dollari per l'Ucraina e per ricostituire le scorte militari statunitensi
  • 14 miliardi di dollari per Israele
  • 10 miliardi di dollari per gli sforzi umanitari
  • 7 miliardi di dollari per la regione dell'Indo-Pacifico, compresa Taiwan
  • 14 miliardi di dollari per la sicurezza delle frontiere americane

Per dirla in parole povere, gli Stati Uniti stanno supportando il genocidio dei palestinesi da parte di Israele in modo da poter aiutare militarmente l'Ucraina. Una ricostruzione per niente assurda, considerando il surreale parallelismo di Biden tra l'invasione dei russi dell'Ucraina e l'occupazione israeliana della Palestina!

Sul fronte militare, ieri sera, dopo scuole e ospedali, Israele ha deciso di bombardare anche una Chiesa quella greco-ortodossa di Gaza City (la Chiesa di san Porfirio) che al suo interno ospitava centinaia di sfollati. Secondo quanto riporta il portavoce del Ministero della Sanità della Striscia di Gaza, Ashraf Al-Qudra, a seguito "dell'attentato" sono state uccise 16 persone, cristiani palestinesi.

Prosegue il bombardamento di Israele su "tutta" la Striscia, da nord a sud, a cui le brigate Al-Qassam risponde con il lancio di razzi in direzione di Ashkelon, Ashdod e Lachish. Hamas ha poi comunicato di aver preso di mira con i propri mortai un gruppo di soldati israeliani ammassati nell'insediamento di Kfar Azza.

Intanto, l'esercito di Tel Aviv, nelle scorse ore, ha ricevuto "luce verde" per l'attacco di terra.

Si intensificano a nord gli scontri a fuoco con l'artiglieria al confine tra Israele e Libano, facendo immaginare che ormai la guerra in atto interesserà a breve anche quell'area.

Nella Striscia la situazione è tragica, sia per i bombardamenti in corso, sia per l'assenza di rifornimenti vitali con cui Israele cerca di aumentare il numero di vittime tra i palestinesi. Da ricordare che molti ospedali ormai non sono più in grado di prestare cure mediche adeguate, addirittura di base, curando le ferite con l'aceto!

E proprio per tale  motivo ancora si discute, con gli israeliani come controparte, sull'ingresso di alcuni aiuti umanitari disponibili su un centinaio di camion in attesa da giorni al valico di Rafah. Così il segretario generale delle Nazioni Unite, presente in prossimità del valico, ha riassunto la situazione: 

"Ci stiamo impegnando attivamente con tutte le parti per chiarire le restrizioni (imposte da Israele) in modo da poter spostare questi camion verso dove sono necessari. Abbiamo bisogno che questi camion si muovano il prima possibile. Abbiamo due milioni di persone qui che soffrono tremendamente. Non c'è acqua, né cibo, né medicine, né carburante. Gaza ha bisogno di tutto per sopravvivere. Questi camion sono un'ancora di salvezza. Sono la differenza tra la vita o la morte per tante persone".

Ma Israele non ha ancora dato il via libera.... chissà perché...

Il numero di civili assassinati a Gaza, oggi ha raggiunto i 4.137, mentre è di 13mila quello dei feriti. Ma gli israeliani, in nome dell'equità democratica che li sostiene, non vogliono esser da meno anche in Cisgiordania dove,  dal 7 ottobre, hanno assassinato almeno 81 persone, ferendone 1.300 e arrestandone (o rapendone) quasi un migliaio.