"Gli occupanti russi si stanno impegnando e molto per dimostrare che presumibilmente non rinunceranno alle aree occupate della regione di Kharkiv, della regione di Kherson, del territorio occupato nelle region di Zaporizhzhia e del Donbass. Stanno andando all'offensiva in alcune aree. In altre stanno accumulando riserve. In altre stanno cercando di rafforzare le loro posizioni"."La situazione di combattimento più difficile oggi è nel Donbass. Bakhmut, Popasna, Severodonetsk: in queste aree gli occupanti hanno concentrato finora lo sforzo maggiore. Lì hanno organizzato un massacro e lì stanno cercando di distruggere tutto ciò che è vita. Letteralmente. Nessuno ha distrutto il Donbass tanto quanto l'esercito russo in questo periodo"."Le prossime settimane di guerra saranno difficili. E dobbiamo esserne consapevoli. Eppure non abbiamo altra alternativa che combattere. Combattere e vincere".
Zelensky - sue le dichiarazioni sopra riportate - ha poi detto di essere grato a tutti quei partner che lo aiutano e lo riforniscono di armi e munizioni necessarie per superare il vantaggio, soprattutto numerico, dell'esercito russo.
Ed in relazione alle armi è allora utile ricordare che ieri, in remoto, si sono riuniti i ministri della difesa di 47 nazioni, insieme a rappresentanti della NATO e dell'Unione europea, per continuare il dialogo iniziato circa un mese fa a Ramstein in relazione alle necessità belliche dell'Ucraina. Una prossima riunione, in presenza, è prevista a metà giugno a Bruxelles.
Che cosa hanno deciso, ieri, i "partner" di Zelensky? Di quali nuovi armi, oltre che di equipaggiamento e supporto, fornire Kiev. Un riassunto di ciò di cui si è discusso, lo hanno fornito, in una conferenza stampa, il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin e il capo di stato maggiore dell'Esercito Usa, il generale Mark Milley.
Intanto, va ricordato che al gruppo di Paesi che supportano militarmente l'Ucraina se ne sono aggiunti di nuovi, tra cui Austria, Bosnia-Erzegovina, Colombia, Irlanda e Kosovo.
Nuovi aiuti militari a Kiev sono stati inviati o lo saranno a breve. In relazione a ciò gli Usa hanno voluto ringraziare la Danimarca, che fornirà un lanciatore di missili anti-nave Harpoon, la Repubblica Ceca che di recente ha donato elicotteri d'attacco, carri armati e sistemi missilistici. Inoltre, diversi Paesi hanno annunciato nuove donazioni di sistemi di artiglieria e munizioni, tra cui Italia, Grecia, Norvegia e Polonia. Quali armi si appresta ad inviare l'Italia, però, non è dato sapere.
La riunione era attesa dagli ucraini per avere conferma dell'invio da parte di Washington di sistemi di lanciarazzi multiplo MLRS. Durante la conferenza stampa sia Austin che Milley, nonostante gli sia stato chiesto chiaramente, non hanno dato alcuna risposta in tal senso, né negando, né confermando l'eventualità. L'escalation militare nel conflitto in atto passa anche tramite l'invio di tali tipi di armi che consentono di colpire oltre i confini ucraini e, forse per questo, si è preferito non precisare.
E a proposito di escalation è da sottolineare che mentre lo scorso autunno, l'esercito degli Stati Uniti aveva circa 78.000 uomini dislocati in Europa, il loro numero, adesso è salito ad oltre 100mila, tra esercito, marina, aeronautica, marines e forza spaziale. In mare, sono presenti oltre 15mila marinai tra Mediterraneo e Paesi baltici dislocati su 24 navi (in autunno erano 6) e 4 sottomarini. Pronti a difendere i cieli europei vi sono 12 squadroni di caccia e 2 brigate dell'aviazione da combattimento.
Milley ha poi ribadito che in Ucraina non sono presenti, neppure come addestratori, soldati americani, così come di altri Paesi.
Nel frattempo, la Russia ha posizionato i missili Iskander-M anche in Bielorussia, a 50 chilometri dal confine ucraino, oltre che a Belgorod, mettendo così a rischio di attacco praticamente l'intero territorio dell'Ucraina.
Questo l'ultimo bollettino con le perdite russe pubblicato dallo stato maggiore della difesa ucraina: 29.350 soldati, 1.302 carri armati, 3.194 veicoli corazzati da combattimento, 2.213 veicoli e serbatoi di carburante, 606 pezzi di artiglieria, 201 sistemi di lancio multiplo di razzi, 93 missili terra-aria, 170 elicotteri, 205 aeroplani, 480 droni e 13 imbarcazioni.