Ibiza invecchiata...

Andalusia 2

Errori ( da recidivi): muoversi in bassa stagione, piove sempre. Credere che lui abbia imparato, in vent’anni, a farsi la valigia da solo; si porta vestiti  e  scarpe leggere e s’infradicia subito.  

Malpensa vecchia, più triste che mai, li riaccoglie con una confusione indescrivibile: il duty free è caro a sangue, al bar non riescono a sedersi nemmeno in un angolo acuto di tavolo, una signora  urla che è suo

Che si decolli in grave  ritardo è ormai un rito. Vengono accolti, all’arrivo, da una assistente – lolita, alla sua prima esperienza: si scusa, ancora non parla lo spagnolo. Con grande uso di mimica, e un po’ di tensione con l’esausto autista, si riesce a partire. E’ notte ormai. Sul pullman sono in compagnia di ottuagenari del nord est, vispi come allodole.

Ad ogni hotel ne scaricano un po’, ma una poverina, malferma sulle gambe,  forse perché le scoppia la vescica, tenta di infiltrarsi in una tornata non sua: di soppiatto scende e fa per attraversare la superstrada. “Lolita” la rincorre: non vengono falciate per miracolo. 

 Questa ragazzina è troppo stanca e si raccomanda alla clemenza: potete sistemarvi da soli? Ci ritroveremo domattina!

I nostri eroi vagano, abbandonati,  in una hall sterminata. I due sono in una fase della vita in cui si paga anche per non trastullarsi con gli addetti alla reception, ma il trend è cambiato e l’utente viene mollato senza pietà.   Roberto e Genna si appropinquano agli impiegati, che sembrano avere tutt’altro da fare: eppure ci sono solo loro due. Affettano qualche colpo di tosse e gli addetti si accorgono della loro presenza: il più grande fa un cenno al più giovane, che prende una chiave e  la porge. Di accompagnarli, non se ne parla neanche.

 La stanza è a piano terra, altezza traffico, e - di nuovo! - senza il balcone richiesto in prenotazione; dentro, un puzzo. Il bagno, dov’è il bagno? Eccolo: stanzino pieno di calcinacci, arnesi  da muratore deposti qua e là, sanitari zero.In pratica,  una specie di cantiere o di deposito attrezzi. Roberto cerca di essere gentile e protesta. Risultato:“ Dicono che se ne riparla domattina”. Inferocita, Genna minaccia nuovamente di svegliare i clienti tedeschi. Appare la camera giusta. Lamentarsi con l’assistente?  Tempo perso.

 Domanda: qualcuno, nella stanza dei bottoni dove si decide come costruire i  grandi alberghi, legge le statistiche mondiali, ormai conosciute anche a Pit Caern? Saprebbe allora del crescente numero di allergie e di intolleranze che funestano la salute degli umani. La moquette infesta le camere, i corridoi, gli ascensori: per la prima volta i nostri due si lamentano nella lettera di cortesia per le agenzie. E che cavolo! Inizia la rivolta del turista.  

Passeggiatina a Gibilterra e spintone di una poliziotta: state camminando sulla pista, scostatevi, che sta decollando un aereo. L’’aereo in decollo gli fa il pelo. Hanno fatto un aeroporto in centro!

Si sale alla rocca su un pulmino condotto da un simpatico fighetto, che afferma essere un misto di origini anglo - italo - irlandesi:  mette le scimmiette in testa per una foto e quelle non se ne vogliono più andare.

Le due settimane volgono al termine. Roberto e Genna camminano lentamente sul lungomare al tramonto, quando vengono avvicinati da una matura coppia piemontese.  L’uomo attacca a parlare con foga: come va, vi siete trovati bene, io no, non  mi fanno vedere niente, ci hanno portato soltanto a…e snocciola un elenco di località, praticamente tutta la Spagna del Sud. La moglie sembra affranta. Si tratta di uno strano tipo. Dice che ha lavorato tutta la vita e da quando è in pensione  vuole godersela: scende da un aereo e sale su di un altro, se la sua compagna vuole unirsi bene, se no ci va da solo, sanno dove è stato? È un fiume in piena, vorrebbe esplicarsi, condividere le sue esperienze, ma non si ricorda più nulla, come se non fosse andato da nessuna parte. Mette Buenos Ayres in Sudafrica e Bangkok  in Vietnam. Poi ricomincia che la vita va goduta e sbraita che non spende abbastanza. Esibisce il portafoglio rigonfio, passaporto per i guai. Li ha agganciati irrimediabilmente. Così incatenati,  Roberto e Genna arrivano all’hotel.

Il signore  si lamenta con Lolita che ci sono poche gite e la gente si annoia.  La ragazza è in difficoltà, non sa come comunicarglielo, poi si fa coraggio…le gite sono annullate…per mancanza del numero minimo di partecipanti. Viaggiatore Folle non sa con chi prendersela: prima strepita contro l’incolpevole bambina, poi è chiaro che vorrebbe maledire quelli che non hanno voluto andarci, per esempio anche Roberto e Genna. Il tizio impreca per un pezzo,  poi si rassegna.

 Finalmente a casa. Ecco il parcheggio, prendiamo la Golf e andiamocene. Piove e sono senza ombrello, all’aperto. Mostrano la ricevuta di pagamento, un tagliando verde smeraldo. Il nerboruto parùn obietta, ruvido, che lì non c’è scritto che hanno pagato. Replica paziente di Genna che, ormai quarantenne, è un po’ frappé e vorrebbe solo andare a dormire:, voi fate pagare sempre prima, non si ricorda?

Le sue parole scivolano sull’interlocutore come la pioggia: vengono circondati da un drappello non amichevole. Il rozzo  titolare continua a ripetere che, per quanto lo riguarda, possono anche non pagarlo, ma…

Il cerchio si stringe, la clientela lombarda ha già svicolato: restano solo loro due, il mucchio selvaggio e un macchinario sparaletame che si avvicina minaccioso; in lontananza un gentiluomo, in perfetta divisa da cavallerizzo, scorrazza beato sul suo destriero. Pagano per la seconda volta e rinculano.

Continua...