Il Presidente del Consiglio ha incontrato questo pomeriggio a Palazzo Chigi il Generale Haftar. Il Presidente Conte ha espresso la forte preoccupazione per la continua escalation sul terreno in Libia e ribadito la ferma condanna per l'attentato all'Accademia militare di Tripoli. Nel rilevare i rischi per la stabilità dell'intera regione, ha sottolineato che l'unica soluzione sostenibile è quella politica e ha pertanto invitato a rinunciare all'opzione militare. Nel corso dell'incontro il Presidente Conte ha commentato insieme ad Haftar gli aspetti salienti del comunicato congiunto emesso al termine dell'incontro fra i Presidenti Putin e Erdogan, ove si invitano le parti al raggiungimento di un rapido "cessate il fuoco".


Questo il comunicato rilasciato mercoledì da Palazzo Chigi dopo il colloquio avvenuto nel primo pomeriggio tra il premier Conte e il generale Haftar, che tiene sotto scacco il governo di al-Sarraj, avendo messo sotto assedio Tripoli ormai da alcuni mesi.

Ieri, anche al-Sarraj avrebbe dovuto incontrare Conte subito dopo il colloquio da lui avuto con Haftar. Non lo ha fatto, anticipando il suo rifiuto con una dichiarazione dell-ambasciatore in Italia, dettosi indignato per il fatto che il  nostro premier avesse dialogato con Haftar.

Naturalmente, le opposizioni dell'estrema destra hanno colto la palla al balzo per accusare governo e maggioranza di dilettantismo, confusione, inadeguatezza e quant'altro, appoggiati dalla corte dei miracoli dei media al seguito. 

La realtà è un po' diversa, e in un certo senso peggiore.


Intanto ricordiamoci chi è al-Sarraj. Praticamente un signor nessuno che rappresenta solo se stesso, ma va in giro sostenendo di rappresentare la Libia, o quantomeno la parte occidentale del Paese. Non è così.

Al-Sarraj è stato accettato dalle milizie che operano in Tripolitania dietro la garanzia che potranno continuare a spartirsi territorio e potere senza avere ostacoli da chicchessia. Non solo. 

L'Europa, e ovviamente l'Italia, ha avuto esplicite assicurazioni dallo stesso al-Sarraj, che, grazie al supporto delle milizie locali, lautamente compensate, sarebbe stato in grado di fermare il traffico di migranti verso l'Europa. A Bruxelles hanno brindato e fatto festa.

Centinaia di milioni di euro dall'Europa, tramite anche le Nazioni Unite, sono confluiti in Libia. Denaro che ha finanziato milizie e trafficanti. Al-Sarraj e i suoi ministri potevano così continuare a fingere di rappresentare la Libia. 

La commedia è terminata con l'iniziativa militare di Haftar che ha pensato, con il supporto anche della Francia (con la Total interessata al petrolio dell'Eni), di poter prendere il controllo di tutta la Libia. Al-Sarraj ha bussato in Europa che però ha fatto orecchie da mercante: non avendo un'esercito e non avendo neppure una politica estera non poteva dargli una risposta, per il semplice fatto che non avrebbe saputo che risposta dare.

Ad est, Erdogan, impossibilitato ad utilizzare la crescita economica, ormai azzeratasi in Turchia, per alimentare il consenso, ha fatto quello che altri, nelle stesse condizioni, hanno sempre fatto in passato: si è messo ad usare l'esercito. Dopo la Siria e il Rojava ha volto lo sguardo ad ovest e ha trovato nella Libia un'occasione perfetta per schierare i suoi soldati e, dopo aver ottenuto il via libera dal suo sponsor di riferimento (la Russia di Putin), ha deciso di far credere ai turchi di poter far rinascere l'impero ottomano.

Al-Sarraj, in vendita al miglior offerente a condizione di poter continuare ad interpretare il ruolo di premier libico, quando ha saputo che Erdogan lo avrebbe appoggiato militarmente contro Haftar, non ha creduto alle sue orecchie. In quel momento, Turchia, e Russia, sono diventati i suoi interlocutori.

Per questo ieri al-Sarraj ha disertato il colloquio con Conte. 

Ma di questa situazione, sono responsabili anche i sovranisti di Salvini, visto che anche loro sono stati al governo del Paese fino allo scorso agosto e non si sono accorti di quello che stava accadendo in Libia. Per loro era sufficiente che i migranti, anzi gli "immigrati", non venissero "scaricati" sulle nostre coste (si esprimono così). 

Adesso, incolpano questa maggioranza dello loro mancanze. Ed incolpano pure l'Europa di non esistere come soggetto politico, quando sono stati sempre in prima linea a chiederne la dissoluzione.

Una bella coerenza, non c'è che dire. 

Per la cronaca. Giovedì - come riporta una nota del Gna pubblicata dall'Ansa - "il Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale libico (Gna) accoglie con favore qualsiasi appello alla ripresa del processo politico e ad allontanare lo spettro della guerra, in conformità con l'Accordo politico libico e il sostegno alla Conferenza di Berlino patrocinata dalle Nazioni Unite", accettando il cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte di domenica prossima proposto dal presidente russo Putin e da quello turco Erdogan nell'incontro svoltosi ieri ad Instanbul.