Contrordine, azionisti. La precedente dichiarazione, in cui si diceva che Tesla sarebbe uscita dalle contrattazioni in borsa riacquistando le proprie azioni dagli investitori, deve intendersi che il titolo Tesla continuerà a rimanere in borsa.

Quello sopra riportato sarebbe stato il commento di Giovannino Guareschi, se fosse stato vivo, per descrivere il dietrofront di Elon Musk rispetto alla dichiarazione rilasciata un paio di settimane fa in cui annunciava il delisting di Tesla, la società che fabbrica veicoli elettrici di cui è fondatore, principale azionista (con il 20% delle quote) e amministratore.

Aveva fatto discutere e non poco la sua decisione di ritirare dalle contrattazioni il titolo Tesla offrendo in cambio a chi lo aveva acquistato 420 dollari per azione. Il problema erano i 72 miliardi di dollari necessari all'operazione. Dato che Tesla non li ha e non li aveva, chi avrebbe pagato? Chi era o chi erano i finanziatori dell'operazione? La Sec aveva chiesto a Musk se l'operazione fosse garantita. Musk aveva risposto di sì, ma con il passare dei giorni nessuno aveva avuto più notizie.

Così hanno iniziato a rincorrersi le voci di chi potesse o potessero essere gli interessati a garantire un simile investimento: 72 miliardi di dollari non sono certo noccioline. E allora sono iniziate a fioccare smentite dai cinesi, dal fondo sovrano dell'Arabia Saudita, da quello della Norvegia (entrambi azionisti Tesla)... insomma, anche chi ha un oceano di denaro non sembrava essere interessato all'operazione.

Allora, visto che da Tesla non vi erano ulteriori notizie di chiarimento, la Sec aveva deciso di avviare un'indagine sulla vicenda per verificare che la dichiarazione di Musk non nascondesse delle manovre speculative. Alcuni azionisti, invece, hanno agito per proprio conto, avviando una class action per essere stati danneggiati nei loro investimenti dall'annuncio di Musk, a cui non aveva fatto seguito alcun fatto concreto.

Perché il Ceo di Tesla adesso ha cambiato idea? In base a quanto da lui dichiarato, gli attuali grandi azionisti della società non avrebbero ceduto le loro azioni. Questo avrebbe ridotto di molto la quota di finanziamento da trovare sul mercato per il delisting, anche se, comunque, si sarebbe andata ad aggiungere agli 11 miliardi di dollari che già gravano sulle spalle dell'azienda. E allora perché Musk non ha portato avanti la sua decisione?

Perché glielo avrebbero chiesto alcuni dei suoi stessi grandi azionisti. A causa di problemi legali e istituzionali, per alcuni di loro sarebbe stato problematico trasformare l'attuale tipologia di investimento. Per questo, lo hanno pregato di non ritirare il titolo Tesla dalle contrattazioni in borsa. Per tale motivo, Elon Musk ha deciso di ritornare sui suoi passi. Tesla rimarrà in borsa.

Convincente la sua spiegazione? Le perplessità al riguardo rimangono e, forse, potranno essere chiarite in futuro, visto che Tesla adesso dovrà affrontare un'inchiesta della Sec e una class action promossa da alcuni azionisti.

Infine, una domanda. Ma perché Musk non si è chiarito con i suoi principali azionisti prima di fare l'annuncio?