Il presidente della regione Abruzzo, l'ex senatore di Fratelli d'Italia Marco Marsilio eletto all'attuale incarico il 23 febbraio dello scorso anno, domenica si è attribuito le funzioni di ministro della Salute, firmando un'ordinanza in cui annuncia il rientro della sua regione da zona rossa, dove è stata assegnata, a zona arancione in un "percorso" che "si completerà mercoledì 9".
I ministri Speranza e Boccia, (Salute e Affari regionali), non l'hanno presa benissimo e questo lunedì gli hanno scritto una lettera di diffida affinché revochi immediatamente la sua ordinanza, annunciando conseguenze anche di natura penale.
"... L’ordinanza regionale suddetta - hanno scritto i due ministri - nel disporre l’applicazione sul territorio regionale abruzzese delle misure di prevenzione della diffusione del virus COVID19 di cui all’art. 2 del DPCM 3 dicembre 2020 viola l’art. 1 dell’Ordinanza del Ministro della Salute del 5 dicembre 2020 che, classificando la Regione Abruzzo come Regione rientrante "nello scenario di tipo 4" e con un livello di rischio alto” (c.d. Zona Rossa), dispone l’applicazione sul territorio abruzzese delle più stringenti misure di prevenzione di cui all’art. 3 del suddetto DPCM 3 dicembre 2020. Al riguardo, si rappresenta che, ai sensi della normativa vigente, l’applicazione delle misure relative ad uno scenario inferiore (zona arancione) consegue all’accertamento della permanenza per quattordici giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive (zona rossa), come verificato dalla Cabina di regia".Con riferimento alla Regione Abruzzo, “la competente Cabina di regia, nel monitoraggio del 20 novembre u.s. – prendendo atto che la Regione si collocava da 3 o più settimane a livello di rischio alto – denotava "criticità compatibili con un possibile aumento della trasmissibilità nel breve termine che potrebbe a sua volta collocare la Regione in uno scenario più elevato. Tali considerazioni, secondo un principio di precauzione, raccomandano l’opportunità della misura più restrittiva nella Regione Abruzzo". Veniva, pertanto, adottata l’ordinanza 20 novembre u.s., con la quale – a decorrere dal 22 novembre u.s. – si applicavano alla Regione le misure di cui all’articolo 3 del d.P.C.M. 3 novembre 2020". ..."Solo in data 27 novembre è stata, per la prima volta, accertata una riduzione dello scenario epidemico, poi confermata dal monitoraggio del 4 dicembre quale effetto diretto delle misure restrittive aggiuntive, pertanto – ad oggi – non si è verificata la condizione di cui all’articolo 1, comma 16-ter, del decreto-legge n. 33 del 2020, che ai fini di una nuova classificazione, richiede "l’accertamento della permanenza per 14 giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive, effettuato ai sensi del comma 16-bis, come verificato dalla Cabina di regia". Si evidenzia peraltro che, come riconosciuto nel verbale della Cabina di Regia del 4 dicembre 2020, l’anticipazione delle misure adottate dalla Regione Abruzzo con l’ordinanza 102 del 18 novembre 2020, avrebbe potuto consentire la consumazione dell’intero periodo previsto per la declassificazione di cui alla normativa richiamata, non prima di mercoledì 9 dicembre".
Ma questi pochi giorni per Marsilio sono determinanti e senza darsi molta pena ha organizzato una conferenza stampa commentando così quanto ricevuto da Roma, dopo aver annunciato che era stata comunque pubblicata la sua ordinanza che riporta la Regione nella fascia arancione.
"Non voglio drammatizzare il conflitto – ha detto Marsilio in conferenza stampa – anche se considero eccessivo se non risibile il tono intimidatorio e la minaccia di responsabilità penali. Risibile perché è indimostrabile dove e come ci si contagi e per colpa di chi.Con il ministro – ha aggiunto Marsilio – ho un rapporto molto sereno, leale e costruttivo e penso che tale rimarrà. Comprendo le ragioni del ministro che non vuole mettersi in difficoltà nei confronti di nessuno, ma io non condivido la sua posizione e la sua lettura della norma e soprattutto ho il dovere di fare prevalere le regioni dell’Abruzzo.Ad attendere la burocrazia ministeriale – ha quindi spiegato Marsilio – saremmo zona arancione a partire da domenica, la cura così ammazza il paziente".
Sulla vicenda è intervenuta - e come poteva essere altrimenti - Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia:
"Solidarietà al governatore dell'Abruzzo Marco Marsilio per le inaccettabili minacce ricevute dal Governo. Ignobile l'accusa di irresponsabilità e di mettere in pericolo la salute dei cittadini: l'Abruzzo è stata, insieme all'Alto Adige, l'unica regione ad aver anticipato l'ingresso in zona rossa prima della decisione del Governo e che ha avviato uno screening massivo per individuare asintomatici e spegnere focolai sul nascere. E che ora può riaprire le attività in sicurezza perché i dati epidemiologici lo consentono. I primi responsabili della diffusione del virus sono Conte e i suoi ministri, che pontificano in TV ma non hanno fatto assolutamente nulla per fermare il contagio e aiutare famiglie e imprese in ginocchio. Lezioni da gente che pensa ai banchi a rotelle, al bonus monopattini, a nominare gli amici degli amici e che in piena pandemia discutono solo di poltrone e rimpasto e di aprire le porte all'immigrazione clandestina non le prendiamo".
Un commento che riassume al meglio lo stile e la "coerenza" dell'onorevole Meloni in particolare e degli estremisti di destra in generale, di cui qualche giorno fa il ministro Francesco Boccia ha riassunto gesta, opere e parole:
"Le regole per le festività natalizie non devono essere considerate delle costrizioni ma delle responsabilità verso gli altri. È triste assistere al teatrino di una parte dell’opposizione che invece di mettersi al servizio del Paese per fronteggiare l’emergenza, soffia continuamente sul fuoco delle sofferenze. Salvini da mesi passa da ‘apriamo’ a ‘chiudiamo’ tutto. Le sue dichiarazioni irresponsabili contro le restrizioni, sia nella prima che nella seconda ondata, sono purtroppo parte della storia di questa pandemia. Così come le durissime accuse al Governo con toni spesso violenti dello stesso Matteo Salvini e di Giorgia Meloni per due volte sulla prosecuzione dello Stato di emergenza sia a fine primavera che in estate. È tutto purtroppo tristemente agli atti del dibattito pubblico e parlamentare. Ora assistiamo anche al tentativo di strumentalizzare il divieto degli spostamenti tra Comuni che riguarda solo tre giorni (25, 26 dicembre e 1 gennaio). Polemiche ancora più assurde e pretestuose se pensiamo che lo stesso divieto era già previsto per i territori in zona arancione e zona rossa e nessuno si è mai lamentato che un nonno o un anziano potesse rimanere da solo. Perché? Semplicemente perché non è mai stato così, nessun anziano è stato privato di assistenza; lo 'stato di necessità' era previsto allora, com'è previsto adesso. Mi sembrano accuse costruite ad arte per distogliere l'attenzione dalla battaglia che insieme dobbiamo combattere, soprattutto in questo mese di dicembre: il massimo contenimento del contagio e il sostegno alle reti sanitarie. Per loro esiste sempre qualcos’altro. Prima il business, le proteste, le sofferenze di chi non vuole regole, le critiche di chi non crede ai vaccini, le contestazioni per l’allungamento dello stato di emergenza... la lista è lunga, ma non è una lista con cui si costruisce la coesione nazionale ma è la lista di micce che servono solo a incendiare il clima. E noi rispondiamo ancora con 'andiamo avanti insieme' sempre e solo per mettere in sicurezza sanitaria il Paese. Poi arriverà il momento dello scontro politico ma lo faremo fuori dalla pandemia, non dentro la più grande tragedia sanitaria della storia moderna. Strumentalizzare un giorno i morti, un altro il Natale, un altro ancora le famiglie, gli anziani, i migranti. Lo ribadisco ancora una volta: nessun anziano passerà perché obbligato dalla legge il Natale da solo, nessun non autosufficiente sarà privato di assistenza, nessuna famiglia sarà privata del Natale. Pensiamo piuttosto ad essere responsabili e a vivere le settimane che abbiamo davanti con rigore, serietà e solidarietà; e non perché lo prevede un Dpcm ma perché solo così potremo tutelare e salvaguardare la salute dei nostri nonni, dei nostri anziani, dei piu deboli.Grazie alle misure di questi ultimi due mesi, assunte nonostante il forte contrasto di alcuni gruppi di opposizione in Parlamento, il Governo con l’impegno di regioni ed enti locali ha portato l’indice dei contagi Rt è sceso dall’1,72 allo 0,91, facendo diminuire finalmente i ricoveri in area medica e quelli nelle terapie intensive. In questo modo nei prossimi giorni riusciremo a piegare anche la curva dei decessi che, purtroppo, ancora è troppo alta. Le 59.514 vittime non sono numeri, ma storie familiari, vite spezzate troppo presto, lutti che non saranno dimenticati, soprattutto questo Natale. Anche per questa attenzione particolare voglio ringraziare pubblicamente il Presidente del Veneto, Luca Zaia, per il senso di responsabilita mostrato anche oggi con la forte richiesta ai cittadini di evitare assembramenti 'nelle vie dello shopping e non solo'; Zaia appartiene allo stesso schieramento politico di Salvini, discutiamo spesso anche duramente delle misure e delle differenti politiche, ma alla fine siamo sempre dalla stessa parte quando si tratta di attuarle: la parte dello Stato e degli interessi collettivi. Conosciamo tutti il valore sociale, culturale, economico, spirituale, che le prossime settimane rappresentano per il nostro Paese, ma quest'anno serve un sacrificio collettivo ancora più alto per tutelare le persone più fragili e evitare che tutti gli sforzi fatti nei mesi che abbiamo alle spalle, a partire da quelli fatti dagli operatori sanitari, possano risultare nulli portandoci nella terza ondata. L’Italia ancora una volta ha bisogno della solidarietà e del senso di appartenenza degli italiani che porta al rispetto delle regole anche quando sono dolorose come quelle che limitano il Natale. Uniti ce la faremo".