A seguito della crisi in atto, è iniziata alla Camera la "due giorni" di Giuseppe Conte, che vedrà impegnato il presidente del Consiglio in Parlamento per ottenere da entrambe le aule la fiducia necessaria per proseguire  la sua esperienza di governo. In caso contrario sarà necessario l'intervento di Mattarella per dar vita ad un nuovo Governo, chiunque sia a sostenerlo, oppure per dichiarare conclusa la legislatura e indire nuove elezioni.

Di seguito, sono riportati alcuni passaggi, più che indicativi, del discorso di Conte.

La responsabilità della crisi è di Italia Viva e di Matteo Renzi (di cui neppure citerà mai il nome nel suo intervento):

Purtroppo, al culmine di alcune settimane di attacchi, anche mediatici, molto aspri, devo dirlo a volte anche scomposti, alcuni esponenti di Italia Viva hanno anticipato e poi confermato di volersi smarcare da questo percorso comune. Ne è seguita un'astensione delle Ministre di Italia Viva al momento dell'approvazione, in Consiglio dei Ministri, del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nonostante ci sia stato un chiaro contributo, apprezzato contributo, al miglioramento della bozza che era stata originariamente presentata, è stata, questa astensione, motivata sostanzialmente o, comunque, principalmente, per il fatto che questa nuova bozza non contempla le risorse del MES, che, però, come sapete, è uno strumento di finanziamento che nulla ha a che vedere con il Recovery Fund. Da ultimo, lo scorso 13 gennaio, è stata indetta una conferenza stampa, nel corso della quale sono state poi confermate le dimissioni delle Ministre. Si è aperta, così, una crisi che oggi deve trovare qui, in questa sede, il proprio chiarimento, secondo i principi di trasparenza, del confronto e, se mi permettete, di linearità d'azione, che hanno sin qui caratterizzato il mio mandato e che, peraltro, sono canoni essenziali di una democrazia parlamentare.

E dopo aver dimostrato la pretestuosità delle motivazioni dei renziani, Conte ribadisce il concetto, perché a tutti sia chiaro:

È una crisi che avviene in una fase cruciale del nostro Paese, quando ancora la pandemia è in pieno corso. Tante famiglie che ci stanno guardando in questo momento stanno soffrendo per la perdita dei propri cari. Confesso, lo devo dire, di avvertire un certo disagio. Sono qui oggi non per annunciare nuove misure di sostegno per i cittadini, per le imprese, non per illustrare la bozza ultima migliorata del Recovery Fund, del Recovery Plan, ma per provare a spiegare una crisi di cui immagino i cittadini, ma devo confessarlo, io stesso non ravviso alcun plausibile fondamento.Le nostre energie dovrebbero essere tutte, sempre concentrate sulle risposte urgenti alla crisi che attanaglia il Paese, mentre invece così, agli occhi di chi ci guarda, dei cittadini in particolare, appaiono dissipate in contrappunti polemici, spesso sterili, del tutto incomprensibili rispetto a chi ogni giorno si misura con la paura della malattia, con lo spettro dell'impoverimento, con il disagio sociale, con l'angoscia del futuro. Rischiamo così tutti di perdere contatto con la realtà. C'era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa fase? No. E, infatti, i Ministri e gli alleati di Governo, che hanno potuto seguire da vicino e in dettaglio le vicende di queste ultime settimane, sono testimoni del fatto che abbiamo compiuto ogni sforzo con la massima disponibilità per evitare che questa crisi, ormai latente, potesse esplodere, nonostante continue pretese, critiche sempre più incalzanti, continui rilanci, concentrati peraltro non casualmente sui temi palesemente divisivi rispetto alle varie sensibilità delle forze di maggioranza.

E quali potranno essere le conseguenze della crisi politica?

Questa crisi ha aperto una ferita profonda all'interno della compagine di Governo e tra le forze di maggioranza, ma ha provocato anche, e questo è ancora più grave, profondo sgomento nel Paese. Questa crisi rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha già fatto salire lo spread, ma ancor perché ha attirato l'attenzione dei media internazionali, delle Cancellerie straniere. 

Ma è una crisi che si può ricomporre? Se i renziani lo speravano, questa è stata la risposta del premier:

Arrivati a questo punto, diciamolo con franchezza, non si può cancellare quel che è accaduto, non si può pensare di recuperare quel clima di fiducia, quel senso di affidamento che sono condizioni imprescindibili per poter lavorare tutti insieme nell'interesse del Paese. Adesso si volta pagina. Questo Paese merita un Governo coeso, dedito a tempo pieno a lavorare esclusivamente per il benessere dei cittadini, per favorire una pronta ripartenza della nostra vita sociale, un'incisiva ripresa della nostra economia.

E dopo un riassunto di tutto ciò che di buono (almeno secondo il premier) il Governo avrebbe fatto in questo periodo, Conte ha detto di essere disposto nel voler proseguire la propria esperienza. Ed ha spiegato anche come il Parlamento lo potrà aiutare in tal senso:

Questo Governo intende perseguire un progetto politico ben preciso, che mira a modernizzare il Paese, migliorando le sue infrastrutture materiali e immateriali, compiendo la transizione energetica e digitale, potenziando l'inclusione sociale, il tutto nel segno dello sviluppo sostenibile. Chi ha idee, progetti, volontà di farsi costruttore insieme a noi di questa alleanza, votata a perseguire lo sviluppo sostenibile, sappia che questo è il momento giusto per contribuire a questa prospettiva.Questa alleanza sarà chiamata a esprimere una imprescindibile vocazione europeista; forze politiche quindi che sono chiamate a operare una chiara scelta di campo contro le derive nazionaliste e le logiche sovraniste.

Ma con chi?

Questa alleanza può già contare su una solida base di dialogo, alimentata dal MoVimento 5 Stelle, dal PD e da LeU, che sta dimostrando la saldezza del suo ancoraggio, l'ampiezza del suo respiro, proprio in occasione delle intemperie generate da questa crisi. Sarebbe un arricchimento per questa alleanza - lo voglio affermare molto chiaramente - poter acquisire anche il contributo politico di formazioni che si collocano nel solco delle migliori e più nobili tradizioni europeiste: liberale, popolare e socialista, ma chiedo un appoggio limpido, un appoggio trasparente, che si fondi sulla convinta adesione a un progetto politico, che si basi sulla forza e la nitidezza della proposta. 

E questo è l'appello:

A tutti coloro che hanno a cuore il destino dell'Italia, chiedo oggi: aiutateci! Aiutateci a ripartire con la massima celerità, aiutateci a rimarginare al più presto la ferita che la crisi in atto ha prodotto nel patto di fiducia instaurato con i cittadini! 

Adesso, bisognerà attendere ciò che accadrà domani al Senato (alla Camera il risultato è scontato) per sapere se le parole di Conte abbiano fatto breccia nel cuore di qualche responsabile.... pardon, costruttore!