Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un’intervista al Tg3, ha tracciato le linee guida del suo mandato, ribadendo l’impegno a lasciare, entro la fine della legislatura, un Servizio Sanitario Nazionale (SSN) “migliore di quello trovato, con più luci che ombre, meno liste di attesa e una medicina territoriale potenziata”. Parole che sintetizzano una visione chiara: modernizzare le strutture, ottimizzare le risorse e valorizzare il ruolo dei medici sul territorio.
Tra le priorità indicate da Schillaci c’è il rinnovamento degli ospedali, a partire dalla Calabria, regione simbolo delle criticità sanitarie. “Il Consiglio dei Ministri è già intervenuto per accelerare i progetti”, ha spiegato, sottolineando come la sfida non sia solo aumentare i finanziamenti, ma usarli con efficacia. “I soldi per la sanità non bastano mai, ma per la prima volta nella legge di Bilancio sono stati stanziati oltre 5 miliardi per il prossimo anno. Dobbiamo impiegarli al meglio”, ha aggiunto, criticando la “definanziamento progressivo degli ultimi 20 anni” e smentendo qualsiasi favoritismo verso la sanità privata: “Non è questo governo a promuoverla”. Tuttavia, ha precisato che il sistema convenzionato “può essere considerato parte della sanità pubblica, se garantisce servizi ai cittadini”.
Schillaci ha poi rivolto lo sguardo all’Europa, auspicando un maggiore coordinamento continentale su temi come l’accesso universale alle terapie avanzate e la carenza di personale, in particolare infermieri. “Problemi come questi non sono solo italiani, ma comuni a molti Paesi. Ne discutiamo regolarmente a livello europeo”, ha affermato, evidenziando l’importanza di soluzioni condivise per garantire cure eque, “indipendentemente dal reddito”.
Sul fronte delle liste d’attesa, il ministro ha confermato i primi risultati tangibili grazie alla nuova piattaforma di monitoraggio: “Il Lazio, ad esempio, sta inserendo i dati in modo efficace e ha già ridotto i tempi, offrendo più prestazioni ai cittadini”. Un modello virtuoso che, secondo Schillaci, dovrebbe ispirare altre regioni.
Altro tassello cruciale è la riforma della medicina generale, ancora in attesa della proposta definitiva delle Regioni. L’obiettivo è chiaro: “I medici di famiglia devono lavorare più ore nelle Case della Salute, per potenziare i servizi territoriali e attuare gli investimenti del Pnrr”. Non meno urgente è il tema delle aggressioni al personale sanitario, definito “fenomeno triste e inaccettabile”. Schillaci ha ricordato le nuove norme che consentono l’arresto fino a 48 ore per chi aggredisce gli operatori, ma ha sottolineato la necessità di un cambiamento culturale: “Bisogna smetterla di vedere chi indossa un camice come un nemico. Queste persone sono lì per aiutarci”.
Con un mix di pragmatismo e visione, Schillaci delinea così una roadmap ambiziosa, tra investimenti, innovazione e rispetto. La sfida, ora, è trasformare le parole in fatti, in un Paese dove la sanità pubblica resta un pilastro da proteggere e rilanciare.