Il presidente del Consiglio Mario Draghi, mercoledì, in occasione del Consiglio europeo del 24 e 25 marzo, che sempre a Bruxelles sarà preceduto da un vertice NATO straordinario e da un vertice G7, ha informato il Parlamento sulla posizione del nostro Paese in relazione ai temi discussi che, gioco forza, ruoteranno intorno all'invasione russa dell'Ucraina, iniziata il 24 febbraio.
Nel suo discorso, Draghi ha parlato anche delle ricadute economiche del conflitto in Ucraina, partendo da quelle relative al costo dell'energia.
"Dobbiamo arrivare a una gestione davvero comune del mercato dell'energia", ha detto Draghi. "È auspicabile un coordinamento tra Commissione e Stati membri sulla diversificazione degli approvvigionamenti di gas, soprattutto di gas liquido. Serve un approccio condiviso sugli acquisti e sugli stoccaggi per rafforzare il nostro potere contrattuale verso i Paesi fornitori e tutelarci a vicenda in caso di shock isolati. La creazione di un tetto europeo ai prezzi del gas è al centro di un confronto che abbiamo avviato con la Presidente Ursula von der Leyen. Vogliamo poi spezzare il legame tra il prezzo del gas e quello dell'elettricità, che in parte è prodotta da fonti rinnovabili, il cui prezzo non ha molto a che vedere con quello del gas".
Nessun accenno, però, da parte di Draghi, sul fatto che l'Italia - e non solo l'Italia - per il momento continuerà ad acquistare le fonti fossili di energia dalla Russia, con le forniture di gas che - secondo il gestore ucraino - da alcuni giorni avrebbero ripreso ad arrivare verso l'Europa a pieno regime, facendo affluire circa un miliardo di euro ogni 24 ore nelle casse di Mosca.
Nei primi 15 giorni di marzo, secondo i dati di Gazprom, l'azienda ha esportato una media di 500 milioni di metri cubi al giorno verso paesi al di fuori della Federazione russa, pertanto UE, Cina e Turchia. Di questi, i flussi verso l'Europa sono stati in media di 384 milioni.
Adesso, però, c'è una novità.
Putin ha dato mandato alla Banca centrale russa di predisporre, entro una settimana, tutto quanto sia necessario affinché il pagamento del gas inviato ai Paesi che hanno imposto sanzioni nei confronti di Mosca venga effettuato in rubli e non più in dollari.
I Paesi ritenuti da Putin "ostili" includono gli Stati Uniti, il Regno Unito e tutti i membri dell'Unione Europea, e quindi anche Germania e Italia, tra i maggiori fruitori di quel 40% di gas russo che contribuisce al consumo di energia del nostro continente.
Ma l'Italia ha dichiarato di non essere disposta a pagare il gas russo in rubli, perché potrebbe aiutare Putin a indebolire il regime sanzionatorio dell'Europa.
"Non ha senso per noi consegnare le nostre merci nell'Unione Europea, negli Stati Uniti e ricevere pagamenti in dollari, euro e una serie di altre valute", ha detto oggi Putin. "Pertanto, ho deciso di implementare una serie di misure non appena possibile - iniziando dal nostro gas naturale - affinché i pagamenti per il suo trasferimento siano effettuati esclusivamente in rubli".
Putin ha tenuto a precisare che le consegne continueranno secondo i volumi e i prezzi previsti nei contratti. Una nuova direttiva al riguardo - informa l'Agenzia Novosti - sarà inviata a Gazprom.
Adesso, al Consiglio d'Europa i Paesi dell'Ue avranno un ulteriore argomento su cui dover discutere e decidere: piegarsi a Mosca o smettere fin d'ora di utilizzarne il gas?