La visita romana del presidente ucraino Zelensky è oggi, ma tutto inizierà domani, quando l'opinione pubblica italiana avrà gli elementi per informarsi e dibattere.

Ma di cosa parleremo a partire da stasera e, soprattutto, nei prossimi giorni?

Di ricostruzione, cioè - forse - anche di 'pace'?

Infatti, Papa Francesco ha annunciato due settimane fa che è in corso "una missione diplomatica del Vaticano in merito al conflitto in Ucraina".

Un mese fa, il Presidente Mattarella aveva assicurato  che "daremo sostegno finché occorre e sotto ogni profilo, militare, finanziario e per la ricostruzione".

"L’Italia vuole essere protagonista con le sue imprese. Sarà un modo per dimostrare solidarietà, non solo dal punto di vista militare",  precisava il ministro degli Esteri Antonio Tajani alla Conferenza per l'Ucraina.

Più esplicitamente, la Premier Giorgia Meloni ha recentemente assicurato che "investire sulla ricostruzione dell'Ucraina non è azzardato ma uno degli investimenti più oculati e lungimiranti che si possono fare in questo tempo".

Ed anche il premier ucraino Denys Shmyhal ha ringraziato l'Italia, affermando che "siamo ad un nuovo livello della partnership tra i nostri Paesi. La ricostruzione inizia adesso. Siamo uniti nella difesa e siamo uniti nella ricostruzione”. 

Secondo stime de Il Messaggero (link), "il piano complessivo della ricostruzione ammonta, per ora, a 750 miliardi per 850 progetti, 350 da spendere nei primi tre anni per 580 progetti, 400 fino al 2032 per i restanti."

I beni russi congelati  secondo le stime ucraine si attestano «tra i 300 e i 500 miliardi di dollari» e potrebbero essere «utilizzati per la ricostruzione del Paese», con ripercussioni - però - sulle attività pre-esistenti come abbiamo visto nel caso Chelsea F.C.

Intanto, in attesa della controffensiva ucraina e della prevedibile reazione russa, "la situazione generale intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia sta diventando sempre più imprevedibile e potenzialmente pericolosa. Sono estremamente preoccupato per i reali rischi per la sicurezza (...) nucleare che l'impianto deve affrontare", queste le dichiarazioni del direttore generale dell'Aiea, Rafael Grossi. Non a caso, in quelle ore il governatore russo dell'Oblast dava l'ordine di evacuazione per i civili.

L'Europa (e l'Ucraina) possono permettersi una nuova Chernobyl a Zaporizhzhia, dove la sicurezza del reattore è affidata di fatto ai soli gruppi elettrogeni?