Così la Casa Bianca ha riassunto il contenuto della telefonata intercorsa giovedì tra Biden e Netanyahu, presente la vicepresidente e candidata dem Kamala Harris:

Il presidente Biden ha parlato questa mattina con il primo ministro israeliano Netanyahu. Il vicepresidente Harris si è unito alla chiamata. Il presidente ha affermato il suo ferreo impegno per la sicurezza di Israele. Ha condannato inequivocabilmente l'attacco missilistico balistico dell'Iran contro Israele del 1 ottobre. Sul Libano, il presidente ha sottolineato la necessità di un accordo diplomatico per far tornare in sicurezza sia i civili libanesi che quelli israeliani alle loro case su entrambi i lati della Linea Blu. Il presidente ha affermato il diritto di Israele a proteggere i suoi cittadini da Hezbollah, che ha lanciato migliaia di missili e razzi in Israele solo nell'ultimo anno, sottolineando al contempo la necessità di ridurre al minimo i danni ai civili, in particolare nelle aree densamente popolate di Beirut. Su Gaza, i leader hanno discusso dell'urgente necessità di rinnovare la diplomazia per liberare gli ostaggi tenuti da Hamas. Il presidente ha anche discusso della situazione umanitaria a Gaza e dell'imperativo di ripristinare l'accesso al nord, anche rivitalizzando immediatamente il corridoio dalla Giordania. Hanno concordato di rimanere in stretto contatto nei prossimi giorni sia direttamente che tramite i loro team di sicurezza nazionale. 

L'ufficio del premier israeliano, invece, non ha fornito direttamente alcun riassunto del colloquio, limitandosi a riferire ai media vicini al governo che la telefonata di mercoledì, descritta come "diretta e produttiva", è stata condotta con uno "spirito positivo". 

Secondo le indiscrezioni riportate da  Bloomberg, il presidente Biden avrebbe illustrato a Netanyahu un pacchetto di alternative per rinunciare all'attacco militare contro l'Iran, comprese severe sanzioni economiche, mettendolo in guardia dall'attaccare le infrastrutture energetiche iraniana, siti nucleari compresi, per evitare di destabilizzare i mercati.

In pratica, Biden avrebbe tentato di suggerire a Netanyahu una via d'uscita che gli permetta di resistere agli appelli degli estremisti della sua coalizione che chiedono di radere al suolo anche l'Iran... soprattutto guardando alle difficoltà della Harris in vista delle presidenziali di novembre, visto che anche lei si è giocata il supporto degli arabo-americani, decisivo ad esempio nel Michigan, uno degli Stati in bilico che potrebbero essere determinanti per il risultato finale.

Ma Netanyahu ha tutto l'interesse che Trump vinca le elezioni, poiché ritiene che in quel caso avrebbe mano libera nel proseguire con la sua politica  di apartheid e genocidio... ancor di più di quanto non fatto fino adesso dcon Biden.

L'Iran, tramite il suo ministro degli Esteri Abbas Araqchi ha ricordato che Teheran è pronta per qualsiasi scenario, pur sottolineando che non vuole la guerra o l'escalation.

Araqchi, nelle sue dichiarazioni di giovedì, ha detto che gli israeliani possono mettere alla prova la "nostra volontà", sottolineando che la natura della risposta iraniana sarà determinata in base a come andrà l'attacco, studiandolo "accuratamente":

"L'Iran non è l'unico a non volere una guerra su larga scala, ma tutti conoscono la catastrofe di questa guerra. La resistenza è in grado di rispondere all'entità israeliana, e Netanyahu non ha raggiunto l'obiettivo della sua guerra a Gaza con l'eliminazione di Hamas, e dovrà affrontare la stessa situazione in Libano. Teheran non si limiterà al sostegno politico e diplomatico, ma fornirà loro tutto il necessario, qualunque esso sia.Non abbiamo mai rinunciato a sostenere la resistenza, e ho annunciato da Beirut che l'Iran non abbandonerà la resistenza. I miei incontri a Beirut sono stati seri e positivi e non sono stati rovinati da alcuna tensione. Sosterremo le decisioni del governo libanese e della resistenza. Abbiamo tenuto consultazioni su come cessare il fuoco e fermare i massacri, le uccisioni e le distruzioni".

Araqchi ha poi sottolineato che i principali Paesi della regione possono svolgere un ruolo nell'affrontare l'escalation in corso, citando Arabia Saudita e Qatar, con cui Teheran sta tenendo consultazioni per fermare il conflitto.

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi, mercoledì è giunto a Riad e ha avuto colloqui con il ministro degli Esteri Faisal bin Farhan e il principe ereditario Mohammed bin Salman.