La crisi finanziaria dell’ultimo decennio ha generato delle difficoltà per diverse categorie di soggetti, anche per gli operatori che “forniscono” credito. Ciò ha portato a sentir sempre più spesso parlare di non performing loans (NPLs).

Ma cosa sono i non performing loans (NPLs) delle banche? Si tratta di esposizioni verso soggetti che, a causa di un peggioramento della loro situazione economica e finanziaria, non sono in grado di adempiere in tutto o in parte alle proprie obbligazioni contrattuali. In altre parole si tratta di prestiti erogati dalla banca e non reincassati. Nei bilanci delle banche è presente un elevato livello di crediti deteriorati, e questo ha effetti negativi sui loro conti economici, in quanto tende a comprimere i ricavi lordi e a innalzare il costo della raccolta.

Si pone, dunque, da parte delle banche la necessità di recuperare tali crediti, processo che è stato sottovalutato dagli intermediari stessi, sia per importanza, peculiarità e complessità. L’obiettivo di tale processo è quello di limitare l’ingresso di nuovi crediti anomali e aumentare il numero di rientri in bonis.

La Regolamentazione prevede la predisposizione di fondi prudenziali di accantonamento per la gestione degli stessi. In particolare, la BCE ha pubblicato l'Addendum alle linee guida sugli NPLs, che integra quanto già predisposto in materia il 20 marzo dello scorso anno, fissando novità sulle tempistiche e le percentuali di svalutazione dei crediti. Infatti, la svalutazione per i crediti non performanti e garantiti partirà dal terzo anno ed, inoltre, si applicherà solo ai crediti classificati come deteriorati a partire dal primo Aprile 2018.

I crediti non garantiti saranno coperti nell’arco di due anni, quelli garantiti in sette anni: questo comporta che i livelli di accantonamento prudenziale saranno pari al 100% dopo due anni per la parte non garantita e dopo sette anni per la parte garantita, affinchè le banche non accumulino NPLs di elevata anzianità a fronte di un grado insufficiente di copertura.

Le disposizioni in materia non sono vincolanti ma alle banche sarà chiesto di comunicare all'Istituto Centrale gli scostamenti dai valori attesi degli accantonamenti prudenziali, in modo da agire sui singoli casi. I risultati di questo dialogo saranno integrati nel “supervisory review and evaluation process” (SREP) del 2021.

Secondo la BCE l’introduzione di livelli minimi di accantonamento prudenziale non produrrà alcun effetto in termini di requisito patrimoniale richiesto alle banche dalla Regolamentazione (Basilea 3, che presto diventerà Basilea 4) e che l’Addendum è lo strumento che permette di valutare tutti i rischi a cui la banca è o potrebbe essere esposta, oltre i rischi già coperti dai requisiti minimi del primo pilastro.