L'esercito israeliano ha avviato un'importante offensiva militare nella Striscia di Gaza con l'obiettivo dichiarato di annientare Hamas e liberare i prigionieri israeliani ancora detenuti nella Striscia. La nuova campagna, denominata Operazione "Carri di Gedeone", rappresenta uno dei momenti più critici del conflitto, con implicazioni devastanti sul piano umanitario e geopolitico.

Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno annunciato la mobilitazione di truppe per conquistare "aree strategiche" della Striscia. Il nome stesso dell'operazione richiama un guerriero biblico, simbolo di una battaglia epica, quasi messianica*. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, il piano prevede il controllo diretto del territorio da parte delle IDF, lo spostamento forzato della popolazione verso sud, e l'eliminazione sistematica delle infrastrutture di Hamas.

Nelle ultime 24 ore, l'esercito israeliano afferma di aver colpito oltre 150 obiettivi ritenuti terroristici, sottolineando che le operazioni non si fermeranno finché Hamas non sarà eliminato come minaccia e tutti gli "ostaggi non saranno rientrati in Israele".

Secondo i funzionari del ministero della Salute di Gaza, gli attacchi israeliani hanno provocato circa 250 vittime solo da giovedì, 500 i feriti nelle ultime 24 ore. A ciò si aggiunge un quadro già tragico: dall'interruzione del cessate il fuoco a marzo, Israele ha imposto un blocco totale agli aiuti umanitari, aggravando ulteriormente la situazione della popolazione civile.

Il presidente USA Donald Trump ha dichiarato venerdì che "molte persone stanno morendo di fame" a Gaza, ma al momento la pressione diplomatica non ha ottenuto risultati concreti per fermare l'offensiva.

Secondo una valutazione delle Nazioni Unite pubblicata lunedì, Gaza è adesso esposta a un "rischio critico" di carestia, con una popolazione stremata e un sistema sanitario al collasso. La dottoressa Victoria Rose, chirurga britannica che opera nell'ospedale Nasser di Khan Younis, ha riferito alla BBC che il personale medico è esausto, i bambini sono visibilmente malnutriti e molti presentano gravi ustioni e infezioni.

La decisione di Netanyahu di proseguire con l'offensiva, nonostante le crescenti pressioni internazionali per un cessate il fuoco, sta spaccando l'opinione pubblica israeliana e allargando la frattura con buona parte della comunità internazionale.

Volker Türk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha denunciato quella che appare come una "pulizia etnica" in corso a Gaza. Secondo Türk, la distruzione sistematica dei quartieri, la negazione dell'assistenza umanitaria e lo spostamento forzato della popolazione configurano una violazione flagrante del diritto internazionale.

L'Operazione “Carri di Gedeone” sembra indicare il fallimento definitivo dei negoziati diplomatici. Il ritiro di Trump dalla regione ha lasciato campo libero a Israele per lanciare la sua offensiva, mentre la Casa Bianca si limita a esprimere "preoccupazione" per bocca del Segretario di Stato Marco Rubio.

Ma le dichiarazioni, da sole, non bastano più. Gaza è allo stremo. Ogni bomba sganciata, ogni bambino che muore di fame, ogni ospedale che crolla sotto le bombe, avvicina sempre di più il Medio Oriente a un punto di non ritorno.

Chi pensa che questa sia solo un'altra fase della guerra si sbaglia: questa è una svolta brutale, tragica e pericolosa, che potrebbe cambiare per sempre gli equilibri della regione. E le conseguenze non si limiteranno certo a Gaza.



[*] Il nome Gedeone (in ebraico: גִּדְעוֹן, Gidʻon, che significa "abbattitore", "guerriero potente") compare nella Bibbia nell’Antico Testamento, precisamente nel Libro dei Giudici, capitoli 6-8. Anche Gedeone è stato chiamato da Dio per combattere. E questo vuol far credere ai devoti dello Stato ebraico (e non solo) che il genocidio che si sta compiendo a Gaza viene fatto in nome di Dio... è ciò che diceva anche Hitler a giustificazione dei massacri di cui si è reso responsabile, insieme al suo esercito e al suo popolo.