L'esercito Nazionale Libico (LNA) del generale Haftar lunedì scorso aveva annunciato che avrebbe iniziato a ricorrere ad attacchi aerei per colpire obiettivi situati a Tripoli, dopo che tattiche e mezzi militari finora usati per ottenere il controllo della città non avevano sortito effetto.

Per tale motivo, sebbene ancora non ci siamo conferme ufficiali, l'LNA sarebbe responsabile del massacro che nella notte si è compiuto nel centro di detenzione di Tajoura, circa 20 km ad est di Tripoli, dove è stato colpito un hangar che ospitava oltre un centinaio di migranti.

Le conseguenze dell'attacco sono state terribili con 40 persone morte ed 80 ferite. Tra le vittime, vi sono donne e bambini.

Stavolta, però, chi dice che la Libia è un porto sicuro non ha commentato quanto accaduto nella notte a Tripoli.

I profili sociali di Matteo Salvini non dicono nulla dell'attacco. Lo stesso, non dice nulla al riguardo, neppure l'altro vicepremier che lo supporta in toto, quel tal Luigi Di Maio. Neppure l'occhiuto e intelligentissimo Danilo Toninellli, sempre lesto a prostrarsi al Salvini pensiero, ha voluto degnarsi nel dimostrarci ancora una volta che la Libia è un porto sicuro. Idem dicasi della ministra della difesa Trenta e del mediatore facente funzione di premier, tal Giuseppe Conte.

Forse, gli spin doctor del cambiamento, non riescono, stavolta, a dimostrare l'indimostrabile e, pertanto, i loro datori di lavoro hanno preferito far finta di niente.

L'unico che del Governo italiano ha espresso ufficialmente una nota su quanto accaduto è stato il ministro degli Esteri Enzo Moavero:

"Apprendo con sgomento - ha dichiarato - del bombardamento notturno a Tajoura, nei pressi di Tripoli, che ha colpito un centro per migranti, causando la morte di decine di persone, tra i quali donne e bambini.

Un'ulteriore tragedia che mostra l'atroce impatto della guerra sulla popolazione civile. La netta condanna dei bombardamenti indiscriminati di aree civili, si accompagna all'appello a fermare un aggravarsi delle ostilità che mette continuamente in gravissimo pericolo vite umane e distrugge infrastrutture essenziali per la popolazione.

Occorre garantire, immediatamente, misure di seria protezione per i civili e, in particolare, trasferire i migranti che si trovano nelle strutture di raccolta in luoghi al sicuro dai combattimenti e sotto la tutela delle Nazioni Unite".

Enzo Moavero, anche nei giorni scorsi, aveva etto chiaramente che la Libia non un porto sicuro.