"Nel corso dell'intervallo sono andato nel foyer e lì mi hanno fermato in quattro. Mi hanno fermato in quattro e mi hanno detto che erano della Digos e che dovevano identificarmi.
Ho ribadito che non aveva senso e poi l'ho buttata sul ridere, spiegando che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto viva l'Italia fascista. Si sono messi a ridere anche loro, ma mi hanno detto che dovevano fare così. E quindi mi hanno fotografato la carta d'identità".

Così il neo eroe della Scala, Marco Vizzardelli, ha riassunto la vicenda che ieri lo ha visto protagonista prima dell'inizio del Don Carlo, l'opera  messa in scena quest'anno per inaugurare la stagione lirica del teatro milanese.

Che cosa è accaduto?

Non appena Chailly ha finito di dirigere l'inno di Mameli e l'orchestra della Scala aveva suonato l'ultima nota, terminati gli applausi di rito una voce è risuonata, udibile, nel silenzio del teatro:

"Viva l'Italia antifascista".

Nuovi applausi del teatro accompagnati da un "bravo".

A lanciare il patriottico Viva... è stato Marco Vizzardelli dal loggione della Scala, 65 anni, giornalista e appassionato di musica lirica.

Il nuovo eroe civico ha ricordato così ai "non antifascisti" presenti nel palco reale della Scala che l'Italia, anzi, la Costituzione italiana è fondata sull'antifascimo. Un promemoria auspicato e dovuto, visti i personaggi che rappresentavano la Repubblica, tra cui il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa che, missino e neofascista doc, a memoria no ricordo abbia mai dichiarato di essere antifascista o "andifascisda" come direbbe lui, e il leghista del partito di se stesso, Matteo Salvini, che domenica scorsa ha riunito (o almeno ha cercato di farlo) i rappresentanti dei partiti nazifascisti di tutta Europa per far sapere ai suoi elettori chi siano coloro che lui considera suoi alleati.

E accanto al (post) fascista La Russa sedeva anche la deportata d'Italia, la senatrice a vita Liliana Segre, scampata al genocidio nazista dopo esser stata vittima anche delle leggi razziali, e adesso fiera sostenitrice dell'apartheid (attuale denominazione delle leggi razziali) israeliano e del sionismo e, come ulteriormente dimostrato dal suo sostegno alla manifestazione sionista del 5 dicembre a Roma, anche del genocidio messo in atto dallo Stato ebraico a Gaza contro i civili palestinesi. Che coerenza!

E quindi? Viva Verdi e, soprattutto Viva l'Italia Antifascista.