Anche per i succhi di frutta esiste un'associazione europea che si chiama AIJN. Fondata nel 1958, è l'organizzazione che rappresenta il settore dei succhi di frutta in UE e rappresenta sia i trasformatori della materia prima, la frutta, che gli imbottigliatori.

Uno studio realizzata da AIJN ha evidenziato una considerevole differenza nelle linee guida sull’apporto raccomandato di frutta e verdura tra i vari Stati europei.

Lo studio ha offerto anche un quadro sul modo in cui le autorità dei singoli Paesi possono aiutare a ridurre il divario nutrizionale: gran parte della popolazione europea, infatti, non consuma nemmeno la metà delle porzioni di frutta e verdura raccomandate.

In questo prospettiva, un bicchiere di succo di frutta 100% al giorno può far incrementare l’apporto raccomandato del 51%. Infatti, la maggior parte delle persone in Europa assume solo poco più della metà dell’apporto giornaliero di frutta e verdura raccomandato dalle autorità sanitarie.

I Paesi definiscono le proprie linee guida nutrizionali sulla base delle raccomandazioni fornite dalle autorità internazionali, quali l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), l’Autorità Europea per la Sicurezza Genere alimentare (EFSA) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Come possiamo colmare il divario tra raccomandazione e consumo? Perché un Paese raccomanda alimenti che invece sono sconsigliati da altri? Quali sono i fattori chiave che promuovono l'elevata conformità alla FBDG (Food-Based Dietary Guidelines)? Nella seguente infografica le risposte a queste domande. Inoltre, per chi desiderasse ulteriori approfondimenti, è possibile consultare il sito Fruit Juice Matters