“Già dalle prime ore di questa mattina ho contattato il Ministro della Difesa Israeliano, Yoav Gallant, per protestare con lui e ricordargli in modo fermo che quanto sta avvenendo nei pressi delle basi italiane di Unifil nel Sud del Libano e, in generale, verso il contingente Unifil a partire dagli spari contro il quartier generale di Unifil è, per me e per il governo italiano, inaccettabile. Anche se ho ricevuto garanzie sulla massima attenzione alla sicurezza del personale militare ho ribadito che deve essere scongiurato ogni possibile errore che possa mettere a rischio i soldati, italiani e di Unifil. Nell'ambito delle mie prerogative, oggi pomeriggio, ho convocato anche l'ambasciatore di Israele in Italia con cui ho fermamente protestato chiedendogli di rappresentare formalmente al Ministro della Difesa ed al Capo delle Forze Armate Israeliane che quanto sta accadendo nel Sud del Libano, verso il contingente, il quartier generale e, in particolare, verso le basi italiane di UNIFIL non è assolutamente ammissibile, oltre che in netto contrasto al Diritto Internazionale e in aperta violazione della Risoluzione 1701.In merito agli incidenti presso le basi UNIFIL 1-31 e 1-32A, Nessun militare italiano è stato coinvolto. Ieri, in serata, militari regolari dell'IDF avevano neutralizzato alcuni componenti del sistema di video sorveglianza presso la base 1-31, il sistema di illuminazione e un ripetitore radio presso la base 1-32A con il tiro di armi portatili. Stamattina, poi, alcuni colpi di armi portatili hanno colpito l'interno della base 1-31, su cui è seguito il sorvolo di un drone.La situazione è attualmente sotto controllo, il personale è in sicurezza. Tuttavia, questi incidenti sono intollerabili, devono essere accuratamente e decisamente evitati. Per tali motivi ho protestato con il mio omologo israeliano e con l'ambasciatore di Israele in Italia.Stamane ho trasmesso una comunicazione formale alle Nazioni Unite per ribadire l'inaccettabilità di quanto sta accadendo nel Sud del Libano e per assicurare la piena e costruttiva collaborazione dell'Italia a tutte le iniziative militari volte a favorire una de-escalation della situazione e il ripristino del diritto internazionale. La sicurezza dei militari italiani schierati in Libano rimane una priorità assoluta per il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che tengo costantemente informata e che segue l'evolversi della situazione con grande attenzione, per me e per tutto il Governo Italiano affinchè i Peacekeeper italiani continuino la loro opera di mediazione e di sostegno alla Pace e alla stabilità del Libano e dell'intera regione”.
Questa la nota diffusa dal ministero della Difesa a commento dell'attacco dell'esercito israeliano contro il contingente italiano in Libano che opera sotto la bandiera ONU.
Nella conferenza stampa che ha tenuto a Palazzo Chigi, Crosetto ha però espresso un "certo disappunto", riassumendo quanto accaduto con toni molto meno formali:
"Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane contro la base Unifil potrebbero costituire crimine di guerra, e sono sicuramente una grave violazione del diritto internazionale non giustificate da alcuna necessità militare. Come sapete non c'è stato nessun ferito tra i caschi blu italiani, i quali per ragione di sicurezza si trovavano già nei bunker a causa dell'innalzamento del livello di force protection.L'ambasciatore israeliano non è stato in grado di fornire spiegazioni, l'addetto militare non era presente e tornerà domani, e dopo aver sentito il ministero della Difesa e il capo di Stato maggiore israeliano ci fornirà le motivazioni di quanto avvenuto, perché, non trattandosi di un errore né di un incidente, abbiamo bisogno di spiegazioni formali.Ho detto all'ambasciatore di riferire al Governo israeliano che le Nazioni Unite e l'Italia non possono prendere ordini da Israele. Le Nazioni Unite e l'Italia sono lì in attuazione di una risoluzione ONU e l'unico modo con cui si può discutere quello che facciamo è ponendo formalmente il tema alle Nazioni Unite, e non sicuramente dando ordini alle nazioni libere che sono lì per difendere il diritto internazionale. Non è accettabile, perché noi difendiamo il diritto internazionale sempre e comunque, in ogni Paese e da chiunque. L'idea del governo è far prevalere gli spazi di pace, non dare per scontato che in quel lembo di terra possa soltanto esserci una continua guerra. Abbiamo visto da altre parti quando si lascia incancrenire una guerra quanto è difficile estirparla.Il governo terrà alta la bandiera della pace finché è possibile. Se si supererà una linea che non consente di garantire la sicurezza, che ancora oggi sembra possibile, della missione Onu, a quel punto l'Onu prenderà delle decisioni di cui noi saremo partecipi.Quello che è successo ieri e oggi è totalmente inaccettabile e non esiste la giustificazione di dire che le forze armate israeliane avevano avvisato Unifil che alcune delle basi dovevano essere lasciate".