Con la votazione di lunedì del proprio Parlamento, la Catalogna, dopo quasi otto mesi, ha di nuovo un proprio presidente.

Domenica scorsa gli iscritti al CUP, gli indipendentisti di estrema sinistra appartenenti a Candidatura d'Unitat Popular, hanno deciso di astenersi nel voto decisivo di lunedì e poco dopo le 14:30, i 66 rappresentanti di JxCat e ERC hanno potuto eleggere a maggioranza semplice Qim Torra.

Nel suo discorso di sabato, Torra aveva pronunciato più volte parole e concetti legati a indipendenza, nuova Costituzione e Repubblica, con toni tali da risultare indigesti sia a Madrid che ai partiti di opposizione presenti nel Parlamento catalano.

Lunedì, i toni del suo discorso sono stati invece più sfumati, quasi concilianti, riferendosi ad una "Repubblica di tutti, di tutti i diritti, dove tutti godono della pienezza dei diritti", assicurando di volere non una Catgalogna "uniforme", ma una Catalogna "unita nella diversità".


Torra non ha comunque dimenticato di ricordare Puigdemont, sottolineando che sia lui il legittimo presidente.

Per quanto riguarda il programma del prossimo governo, tra i vari punti elencati da Torra, da evidenziare la creazione di un salario minimo che permetta di raggiungere un compenso di almeno 1.100 euro lordi al mese, la promessa di riportare l'industria catalana ai livelli precedenti l'applicazione delle misure dell'articolo 155, così come quella di ripristinare le leggi annullate a causa di quei provvedimenti.

Quim Torra è stato eletto presidente della Generalitat con 66 voti a favore espressi da JxCat e ERC. 65 i voti contrari provenienti da Ciudadanos, Partit dels Socialistes de Catalunya, CatComú e Partido Popular. Quattro le astensioni di Candidatura d'Unitat Popular.

Questi gli auguri di Puigdemont a Qim Torra...