Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha confermato la morte del suo vice, Saleh al-Arouri, assassinato da Israele a Beirut
Visto che da sempre Israele è abituata a non riconoscere l'esistenza del diritto internazionale, salvo nei casi in cui ritenga averne convenienza, quest'oggi, utilizzando uno o più droni, ha assassinato in un sobborgo nella parte meridionale di Beirut Saleh Al-Arouri, numero due dell'ufficio politico di Hamas e, pertanto, vice di Ismail Haniyeh.
Nell'attacco, è stato colpito chirurgicamente un appartamento di un condominio dove erano riuniti i membri di Hamas. L'appartamento non era una sede ufficiale del movimento.
Successivamente, Ismail Haniyeh ha identificato i membri di Hamas uccisi. Si tratta di Saleh al-Arouri, vice capo dell'ufficio politico del movimento; dei comandanti di Al Qassam, Samir Findi e Azzam al-Aqraa; dei membri di Hamas Mahmoud Zaki Shahin, Mohammad Bashasha, Mohammad al-Rayes, e Mohammad Hamoud. In totale sono sette le vittime.
Haniyeh ha definito l'omicidio un vile assassinio, una brutale aggressione e un crimine palese che dimostra, ancora una volta, la brutalità perpetrata dall'occupazione contro il popolo palestinese.
"[L'attacco] - ha detto il leader di Hamas - è anche una violazione della sovranità libanese, che rappresenta un allargamento della portata dell'aggressione israeliana contro il nostro popolo e la nostra nazione. L'[esercito di] occupazione è responsabile delle ripercussioni. ...
Tutti questi attacchi e tutti questi omicidi ci renderanno più forti e più determinati che mai. Questa è la storia della resistenza e del nostro movimento. Diventiamo sempre più forti e determinati", ha detto Haniyeh.
Mentre, l'ufficio del premier Netanyahu chiedeva ai ministri di non commentare l'assassinio di Al-Arouri, l'ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan, si congratulava con Tsahal, Shin Bet e Mossad per aver portato a termine l'attentato con successo.
Hezbollah ha fatto sapere che risponderà all'attaco, mentre il governo libanese ha dichiarato che presenterà una denuncia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per quello che ha definito un palese attacco israeliano a Beirut, in manifesta violazione della sovranità libanese.
È evidente che lo Stato ebraico cerca di estendere e di "ufficializzare" il conflitto in corso anche al Libano, dove al confine gli scambi dei colpi di artiglieria tra IDF e Hezbollah sono giornalieri. Estendere il conflitto anche al Libano, aumenterà la possibilità che questo diventi un conflitto regionale con il coinvolgimento di Iran, dei movimenti iraniani in Siria e dei ribelli Houthi in Yemen che, per ora, si limitano ad ostacolare la rotta delle navi nel Mar Rosso.
Un caos che appare sempre più collegato e motivato alla sopravvivenza politica di Netanyahu e del suo governo appoggiato da squilibrati del calibro di Ben Gvir e Smotrich, che tramite la guerra cercano di nascondere i loro fallimenti politici (vedi la sentenza che ieri ha bocciato il cardine della riforma giudiziaria).
Intanto a Gaza il genocidio prosegue, con il bilancio giornaliero di morti, feriti e distruzione che è in continuo aumento, così come le malattie, causate dalla sempre più grave mancanza di cibo, acqua e medicine, con più di un milione di persone che si è ammassato a Rafah, al confine con l'Egitto per cercare di sfuggire, inutilmente, ai bombardamenti sempre più intensi che adesso prendono di mira maggiormente le aree centrali e meridionali della Striscia.