Intervistato dal manifesto  a proposito del conflitto a Gaza, questo è ciò che ha detto Nicola Fratoianni, deputato di AVS:

Come mai il governo Meloni non prende parola?
«In questi mesi ha detto che Israele poteva difendersi ma nell'ambito del diritto internazionale, proteggendo la popolazione civile e nella prospettiva del ‘Due popoli, due stati. Quando prenderanno atto che il diritto internazionale è stato travolto, che la popolazione civile viene colpita e che Netanyahu ha dichiarato esplicitamente che fin quando sarà lui al governo non nascerà mai uno stato palestinese? Serve discontinuità, lo dico per palestinesi soggetti al massacro e per Israele e la sua sicurezza: se la comunità internazionale non mette fine a questo massacro si va incontro alla cancellazione di ogni prospettiva di pace».
 Le parole di Elly Schlein degli ultimi giorni rappresentano un salto di qualità?
«Noi fin dal 7 ottobre abbiamo detto con fermezza che condannavamo Hamas ma che non avremmo consentito trasformare il bisogno di giustizia in ricerca di vendetta. Lo abbiamo fatto con le interrogazioni, nei question time, nel dibattito parlamentare. È positivo che su questo Schlein si sia espressa e si possa creare un fronte ampio. Non riguarda solo l'opposizione al governo, ha a che fare con la pace e con l'evidenza di una necessità di un sussulto. Serve un salto di qualità, non possiamo rifugiarci nel cortile della retorica. Ma di tutto ciò non abbiamo visto traccia perché è evidente che senza iniziativa internazionale che fermi la guerra di sterminio non è possibile neanche un intervento di carattere umanitario».

Ma il sussulto della comunità internazionale e dei governi, l'iniziativa internazionale cui si riferiva Fratoianni, si è manifestata con la decisione da parte del Consiglio Ue, che si è tenuto lunedì, di dare il via libera ad una missione militare, che è stata etichettata con il nome di Aspides, che avrà il compito di difendere le navi mercantili nel Mar Rosso (anche con l'uso della forza),  dagli attacchi degli Houthi, che da settimane stanno limitando il transito marittimo verso il Canale di Suez con un impatto rilevante sul commercio internazionale, impatto che inizia a riflettersi anche sul costo dei prodotti.

Alla missione militare navale parteciperanno, o almeno faranno da capofila, Francia, Germania e Italia con navi che opereranno a scopo difensivo e non preventivo, a differenza di quelle dell'operazione Prosperity Guardian, lanciata da Stati Uniti e Regno Unito, con cui è comunque  previsto uno scambio di informazioni.

Come ha dichiarato il ministro degli Esteri Tajani a  Rainews24, come già le navi militari italiane presenti nel Mar Rosso sono autorizzate ad aprire il fuoco per abbattere missili o droni che possano costituire una minaccia per le navi in transito, anche la nave e o le navi che parteciperanno alla prossima missione che dovrebbe prendere il via a febbraio avranno lo stesso compito.

L'Italia, ha detto Tajani, "è un Paese esportatore, abbiamo il dovere di proteggere le navi mercantili che attraverso il Canale di Suez trasportano i nostri prodotti".

Non è chiaro, ancora, se almeno il ministro della Difesa Crosetto (o altri) si recherà in Parlamento per illustrare mezzi, compiti e regole d'ingaggio. Impegnata nella missione, dovrebbe essere (anche?) la fregata missilistica Bergamini, dotata di droni ScanEagle, prodotti da Boeing.

Nell'ultimo mese i diversi bombardamenti portati da americani e britannici sullo Yemen, non sono riusciti finora a fermare gli attacchi Houthi. Il portavoce militare dei ribelli yemeniti, Yahya Sarea, martedì ha detto martedì che l'alleanza statunitense-britannica ha effettuato 12 attacchi aerei nella capitale Sanaa, 3 nella città portuale di Hodeidah, 2 a Taiz e 1 nella provincia di Al-Bayda, aggiungendo che non rimarranno senza risposta, né impuniti.

Gli Houthi  hanno deciso di colpire le navi in transito nel mar Rosso verso Israele, in modo da limitare l'arrivo di merci in quella nazione, per sostenere così la resistenza dei palestinesi a Gaza.

Per interrompere gli attacchi degli Houthi, sarebbe sufficiente un cessate il fuoco nela Striscia. Stando così le cose, invece, la comunità internazionale di cui parlava Fratoianni, ha deciso di bombardare gli Houthi, che mettono a rischio solo o quasi delle navi, per consentire agli israeliani di continuare a bombardare Gaza, dove invece proseguono ad uccidere persone - per lo più civili -  continuando così il genocidio in atto da mesi.