Il ministro della Sicurezza nazionale di Israele, Itamar Ben Gvir, ha accusato la Corte internazionale di giustizia di essere "antisemita", aggiungendo che il suo intento, in base alle decisioni prese, non è quello di cercare giustizia.

Questo a seguito di ciò che la Corte internazionale di giustizia ha deciso in relazione al caso sollevato dal Sudafrica che chiedeva all'Aia di fermare il genocidio in atto a Gaza.

I giudici dell'Aia hanno concordato con la maggior parte delle argomentazioni presentate dal Sud Africa: dall'aver tutto il diritto nel presentare le accuse contro Israele fino al convenire che quanto sta accadendo all'interno della Striscia di Gaza possa essere considerato genocidio.

Che cosa non ha ottenuto il Sud Africa nel dispositivo finale? Un chiaro e inequivocabile cessate il fuoco. C'è però da dire che la formula utilizzata dalla Corte internazionale di Giustizia, indirettamente, lo prevede, dato che la sentenza afferma che Israele deve adottare ogni misura in suo potere per prevenire atti che potrebbero portare a un genocidio, cioè misure che includano la prevenzione dell'uccisione di persone all'interno di un gruppo protetto. Inoltre, Israele deve fare di più nel far affluire aiuti umanitari nella Striscia e, entro un mese, dovrà presentarsi di nuovo davanti alla corte con un rapporto entro un mese per affrontare le questioni sollevate dalla corte. Dato che la Corte ha fatto rifermento ai palestinesi come gruppo protetto, probabilmente anche le violenze perpetrate finora dagli israeliani in Cisgiordania devono terminare. I giudici dell'Aia hanno anche imposto a Israele di preservare le prove per valutare quanto da loro fatto in questi ultimi mesi.

Questi, in sintesi, i punti della sentenza:

La Corte afferma di essere competente a pronunciarsi sul caso.
Il tribunale ordina a Israele di adottare misure per prevenire atti di genocidio nella Striscia di Gaza e dovrà riferire entro un mese.
La Corte afferma che Israele deve prevenire e punire l'incitamento al genocidio nella Striscia.
La Corte afferma che Israele deve consentire l'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia.
La Corte obbliga Israele ad adottare maggiori misure per proteggere i palestinesi, ma non di porre fine alle operazioni militari nella Striscia.

Sami Abu Zuhri, un funzionario di Hamas, ha definito la decisione della corte uno sviluppo importante che contribuisce a isolare Israele e a denunciare i suoi crimini a Gaza, aggiungendo che Israele attui le decisioni della Corte.

Riyadh Maliki, ministro degli Affari esteri della Palestina, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

"La Palestina accoglie con favore l'importante ordinanza della Corte Internazionale di Giustizia nel caso del Sud Africa contro Israele ai sensi della Convenzione sul Genocidio. La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia è un importante promemoria del fatto che nessuno Stato è al di sopra della legge o fuori dalla portata della giustizia. Rompe la radicata cultura israeliana di criminalità e impunità, che ha caratterizzato decenni di occupazione, espropriazione, persecuzione e apartheid in Palestina.Israele non è riuscito a convincere la Corte che non stava violando la Convenzione sul genocidio. I giudici hanno colto la politicizzazione, la deviazione e le vere e proprie bugie di Israele. Hanno valutato i fatti e il diritto e hanno ordinato misure provvisorie che hanno riconosciuto la gravità della situazione sul terreno e la veridicità della richiesta del Sud Africa. Israele è accusato di aver distrutto un intero popolo e ora sarà accusato di genocidio, il crimine di tutti i crimini.La Palestina chiede a tutti gli Stati di garantire il rispetto dell'ordine della Corte internazionale di giustizia, anche da parte di Israele. I governi devono garantire di non essere complici di questo genocidio, a cominciare dallo stop al commercio di armi con Israele. I governi devono anche sforzarsi di fermare il massacro e la distruzione industriale a Gaza. Questo è ormai un obbligo legale vincolante.Il popolo e la leadership palestinese saranno per sempre grati al popolo e al governo del Sud Africa per aver compiuto questo coraggioso passo di solidarietà attiva. Siamo anche grati ai milioni di persone che non hanno smesso di scendere nelle strade di tutto il mondo per protestare contro il genocidio e difendere i diritti dei palestinesi alla vita e alla libertà.La Palestina continuerà a lavorare con i suoi alleati per garantire la fine del genocidio, la responsabilità per i crimini atroci e la protezione dei nostri diritti collettivi come popoli del mondo all'uguaglianza dei diritti umani, della giustizia e della libertà. Questa è una lotta per l'umanità che il mondo non può permettersi di perdere".

Adesso la comunità internazionale occidentale è in braghe di tela, per il sostegno sconsiderato dato ad Israele e ai suoi leader, le cui dichiarazioni sono state riportate dalla Corte come prova che l'accusa di genocidio nei confronti dei palestinesi è tutt'altro che infondata.

Che cosa dirà Biden? Che cosa dirà von der Leyen? Che cosa diranno i leader europei che hanno fatto la fila per congratularsi con Netanyahu quando già aveva iniziato a sterminare migliaia di palestinesi?

Ma soprattutto, cosa farà Israele? Continuerà ancora a violare il diritto internazionale così come ha sempre fatto in questi decenni?