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L'epidemia nel Congo che finora ha registrato 406 casi e 31 decessi è per L'Oms una crisi sanitaria complessa

Tra il 24 ottobre e il 5 dicembre 2024, nella zona di Panzi, provincia di Kwango, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), è stato segnalato un focolaio di una malattia non diagnosticata che ha interessato 406 persone con 31 decessi riscontrati, principalmente tra bambini sotto i cinque anni. Questa crisi sanitaria ha messo in evidenza le difficoltà di una risposta tempestiva in una regione remota, aggravata da condizioni climatiche avverse, malnutrizione e un sistema sanitario fragile.

I sintomi principali riportati includono febbre, mal di testa, tosse, raffreddore e dolori muscolari. Tutti i casi gravi sono associati a malnutrizione, e tra i sintomi dei casi fatali spiccano difficoltà respiratorie, anemia e segni di malnutrizione acuta. L'Oms ha classificato il rischio per le comunità locali come elevato, sottolineando l'urgenza di identificare la causa e attuare misure di contenimento.

L'Orgvanizzzaione mondiale della Sanità  e le autorità sanitarie congolesi stanno esplorando varie ipotesi, includendo malattie comuni nella regione come malaria, influenza, polmonite acuta, morbillo e Covid-19. Non si esclude che più agenti patogeni possano essere coinvolti contemporaneamente. La malnutrizione, che colpisce gravemente la popolazione locale, è considerata un fattore cruciale che amplifica la vulnerabilità ai patogeni.

La complessità del caso è aggravata dalla mancanza di infrastrutture sanitarie, bassa copertura vaccinale e limitate risorse diagnostiche. La stagione delle piogge e l'isolamento geografico della zona sanitaria di Panzi complicano ulteriormente gli sforzi per portare rifornimenti e personale medico.

Il peso dell'epidemia ricade in modo sproporzionato sui bambini: il 64,3% dei casi riguarda individui tra 0 e 14 anni, con il 53% tra i 0 e i 59 mesi. Il tasso di mortalità (CFR) è del 7,6%, ma sale al 6,2% tra gli adulti. L'alto numero di casi segnalati nelle aree più remote suggerisce che i dati reali potrebbero essere sottostimati, specialmente considerando i decessi avvenuti al di fuori delle strutture sanitarie.

La malnutrizione cronica, esacerbata dall'insicurezza alimentare crescente nella regione, aggrava ulteriormente la situazione, rendendo i bambini più suscettibili a infezioni gravi e aumentando il rischio di mortalità.

Sfide e priorità di risposta indicate dall'Oms:

1. Diagnosi e ricerca scientifica
Proseguire con i test di laboratorio per identificare l'agente patogeno responsabile.
Indagare sull'anemia e sulla sua possibile correlazione con l'epidemia.
Analizzare il ruolo della malnutrizione acuta nella progressione della malattia.

2. Miglioramento delle infrastrutture sanitarie
Rafforzare la sorveglianza epidemiologica nella zona colpita e nelle aree limitrofe.
Potenziare la disponibilità di vaccini e trattamenti per malattie sospettate come morbillo e malaria.

3. Supporto nutrizionale
Identificare i casi di malnutrizione acuta e fornire interventi nutrizionali immediati.
Collaborare con partner internazionali per distribuire alimenti terapeutici nei villaggi più colpiti.

4. Coordinamento e risposta transfrontaliera
Monitorare la potenziale diffusione della malattia oltre il confine con l'Angola.
Garantire una risposta coordinata tra la RDC e i paesi vicini per prevenire un'epidemia regionale.
 
La situazione in Congo richiama l'attenzione globale sull'importanza di rispondere rapidamente a focolai sconosciuti, noti come "Malattia X". L'Africa CDC (Africa Centres for Disease Control and Prevention) ha sottolineato la necessità di rilevamento precoce e risposte coordinate per mitigare le conseguenze sanitarie e sociali.

Jean Kaseya, Direttore Generale di Africa CDC, ha ribadito l'impegno dell'organizzazione a sostenere la RDC nella lotta contro questa minaccia emergente, sottolineando che una risposta basata su prove scientifiche è essenziale per garantire la sicurezza sanitaria del continente.

Autore Vincenzo Petrosino
Categoria Esteri
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