Secondo quanto riferito dall'aviazione ucraina il 19 ottobre, dal 13 settembre, data del primo abbattimento, sono stati finora 223 i droni kamikaze di fabbricazione iraniana, gli Shahed-136, ad essere stati abbattuti prima che colpissero i loro obiettivi. Dei 43 Shahed-136 lanciati dalla Russia solo il 17 ottobre (28 dei quali indirizzati su Kiev), ne sono stati distrutti 37.

Ormai la Russia è a corto di armi di precisione e non sembra in grado di ripristinare il proprio arsenale, così sta guardando all'estero per rifornirsi di droni e missili: Corea del Nord e Iran i Paesi che finora hanno accettato di supportare la guerra di aggressine di Putin.

Secondo quanto riporta la Reuters, Teheran avrebbe trovato un accordo per inviare a Mosca, oltre a nuovi  Shahed-136, anche i Fateh-110 e gli Zolfaghar, missili balistici superficie-superficie a corto raggio in grado di colpire bersagli a distanze comprese tra 300 km e 700 km. Inoltre, istruttori iraniani sarebbero presenti in Crimea per addestrare i russi sull'uso dei droni kamikaze.

Ed anche mercoledì, le sirene stanno risuonando in tutta l'Ucraina, da Kiev a Odessa, con i residenti delle principali città del Paese invitati a recarsi al più presto nei rifugi. Almeno due esplosioni sono state registrate nella capitale.

In precedenza, Oleksandr Starukh, il governatore dell'oblast di Zaporizhzhia, aveva denunciato un attacco russo durato almeno sette ore che aveva come obiettivo principale una infrastruttura critica a Orikhiv, dove sono anche rimaste ferite otto persone e distrutte alcune abitazioni.


E mentre i russi, sul piano militare, non sembrano in grado di far altro che bombardare, gli ucraini sembrano sul punto di sferrare l'offensiva decisiva per prendere il controllo di tutto il territorio dell'oblast di Kherson sulla sponda nord del Dnipro.

A conferma di ciò, la notizia che il Cremlino ha iniziato l'evacuazione di 50/60mila civili trasferitisi in quell'area dopo la sua occupazione. Sono almeno quattro le città da cui si stanno ritirando. 

La regione di Kherson sarà chiusa al traffico civile in ingresso per una settimana a causa di una situazione difficile nella regione, ha dichiarato mercoledì il governatore ad interim nominato da Mosca, Vladimir Saldo, al canale televisivo Rossiya-24."Se scoppiano le ostilità, ci sarà un cannoneggiamento con l'artiglieria. Bombarderanno la città. È meglio portare le persone altrove, cosa che stiamo facendo in questo momento. Perché questo compito venga svolto in maniera ordinata, l'ingresso nel territorio della regione di Kherson è sospeso per i prossimi sette giorni", ha dichiarato Saldo, aggiungendo che "potranno entrare solo coloro che siano in possesso di un lasciapassare fornito dall'ufficio del comandante militare".Saldo ha anche sottolineato che sarà aumentato il numero di traghetti per accelerare il processo di evacuazione dei civili dalla riva destra del Dnipro."Sono state commissionate barche per il trasporto di persone. Fin dal mattino, le persone si sono radunate nei siti designati della città: il porto fluviale in primis. Oggi aggiungeremo qualche altro sito dove gli sfollati possono riunirsi", ha detto Saldo .In precedenza, Saldo aveva affermato che i civili dalla parte della riva destra della regione sarebbero stati evacuati sulla riva sinistra del Dnipro per la minaccia di inondazione che potrebbe verificarsi se l'esercito ucraino avesse colpito la centrale idroelettrica di Kakhovskaya. Inoltre, ha anche fatto presente che l'Ucraina "sta accumulando enormi forze nelle aree di Mykolaiv e Kryvyi Rih". Ha sottolineato che la decisione di evacuare i civili è stata anche dovuta "alla creazione di fortificazioni difensive su larga scala, in modo che qualsiasi attacco possa essere respinto". (fonte Tass)

Kherson, tra l'atro uno degli oblast annessi alla Federazione russa con il referendum farsa di appena un mese fa, è stata la prima grande città a cadere in mano alle forze russe quando hanno invaso l'Ucraina a febbraio. Adesso, in poche settimane, l'esercito ucraino ha riconquistato il territorio nel nord della regione e si è spinto fino a 30 km a sud lungo il Dnipro, minacciando di intrappolare le truppe russe.


Lunedì scorso, il nuovo comandante militare russo in Ucraina, il generale Sergei Surovikin, aveva descritto la situazione nella città di Kherson come difficile.


Nell'ultimo bollettino fornito dallo Stato maggiore ucraino, queste le perdite russe dal 24 febbraio: 66.280 soldati, 2.554 carri armati, 5.235 veicoli corazzati da combattimento, 3.999 veicoli e serbatoi di carburante, 1.637 sistemi di artiglieria, 372 sistemi di lancio multiplo di razzi, 189 sistemi di difesa aerea, 269 aeroplani, 242 elicotteri, 1.286 droni e 16 imbarcazioni.