Mercoledì, come riporta l'agenzia Irna, il presidente Ebrahim Raisi ha dichiarato che distruggerà completamente Israele, qualora dovesse effettuare anche il "più piccolo attacco" contro l'Iran. Le dichiarazioni di Raisi sono arrivate da una caserma a nord della capitale Teheran, in occasione di una parata militare.

Raisi ha ricordato quanto già tutti ormai sanno, cioè che l'attacco di sabato è stato solo dimostrativo, aggiungendo che l'Iran, nel caso fosse costretto a mettere in atto un attacco di più vaste proporzioni, "di Israele non rimarrà nulla".

I latini avrebbero commentato la dichiarazione di Raisi con il detto "canis sine dentibus vehementius latrat". Questo, però, non significa che l'escalation militare tra i due Paesi non porti ad un conflitto che, vista la loro collocazione geografica, non potrebbe che sfociare in una battaglia aerea con impegnati caccia, droni e missili di ogni genere... nella speranza che non siano nucleari.

Israele è sempre stata una nazione fuori controllo, a cui è stato permesso sempre e comunque di fregarsene del diritto internazionale e dei diritti umani. L'Israele di Netanyahu - se possibile - lo è ancora di più di quanto non lo sia stata in passato, persino quando furono premier i terroristi (veri, in quanto ai vertici di due organizzazioni terroristiche) Begin e Shamir. La comunità internazionale, se volesse, potrebbe porre fine alle ormai infinite atrocità e agli infiniti massacri commessi dallo Stato ebraico isolando Israele sotto ogni aspetto... economico, culturale, sportivo... Ma i Paesi dell'occidente cosiddetto democratico - e non solo loro, visto che i Paesi arabi non sono da meno - continuano a supportare Israele e Israele continua i suoi massacri e la sua guerra, che adesso diventerà regionale, con conseguenze imprevedibili e inimmaginabili considerando il coinvolgimento  degli alleati di Teheran.

A seguito di ciò si inasprisce il conflitto tra Hezbollah e Israele, mentre il genocidio a Gaza e nei Territori Occupati viene messo in disparte, ma solo agli occhi dell'opinione pubblica, perché i palestinesi (quasi esclusivamente civili) continuano ad essere bombardati e ad essere uccisi.

E che cosa fanno i Paesi occidentali? Imporranno nuove sanzioni all'Iran, per aver risposto ad un atto di guerra di Israele a cui, invece, daranno luce verde per un'azione militare contro Teheran che causerà l'allargamento del conflitto. Sono gli stessi Paesi i cui leader gonfiano il petto per condannare Putin e la Russia per violazione del diritto internazionale e per crimini contro l'umanità. Evidentemente, pensano di rivolgersi ad un'opinione pubblica composta unicamente da cerebrolesi.

Probabilmente già venerdì prossimo, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU (composto da 15 membri) voterà il progetto di risoluzione presentato dall'Algeria che raccomanda all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, composta da 193 membri, che "lo Stato di Palestina venga ammesso come membro delle Nazioni Unite" a tutti gli effetti. Attualmente, la Palestina è riconosciuta presso le Nazioni Unite come Stato osservatore.

La risoluzione, per essere approvata, ha bisogno di almeno nove voti a favore e di nessun veto da parte di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia o Cina (membri permanenti al Consiglioi di sicurezza).

È quasi certo che gli Stati Uniti del "democratico" Biden (che nessun musulmano e nessun americano di origine mediorientale voterà alle prossime presidenziali, ammesso che sia in grado di parteciparvi) bloccheranno l'iniziativa per impedire di fatto il riconoscimento di uno Stato palestinese.

In compenso, però, il "mitico" Joe continuerà a supportare il genocidio dei palestinesi, sostenendo il criminale governo Netanyahu, annunciando di attendere con ansia il via libera della Camere al pacchetto di aiuti a Ucraina e Israele che lui firmerà senza indugio.


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