Che sia dovuto alla noia o all'astuzia politica di Macron e del suo "grande dibattito nazionale" che continuerà fino a metà marzo, la protesta dei Gilet Gialli sembra ormai aver definitivamente perso la propria spinta iniziale.
Il 17 novembre, inizio della mobilitazione, erano state quasi 300mila le persone scese in piazza. Negli appuntamenti seguenti, il loro numero è costantemente diminuito, invece di crescere, se si eccettua una modesta inversione di rotta a gennaio.
Questa settimana siamo arrivati al 14esimo sabato di protesta, ed il numero di coloro che sono scesi in piazza è ulteriormente diminuito. Secondo i dati forniti dal ministero dell'Interno - fino al primo pomeriggio - sono stati poco più di 10mila i gilet gialli a manifestare in tutta la Francia e, di questi, circa 3mila a Parigi, dove sono stati registrati alcuni scontri in Boulevard Saint-Michel.
Al di là dei quello che sarà il numero definitivo dei manifestanti nella giornata odierna, anche se il 58% dei francesi continua a provare simpatia per i Gilet Gialli, il 56% dichiara però che per la protesta sia arrivato il momento di fermarsi, secondo un sondaggio Elabe per il canale TV BFM, pubblicato mercoledì scorso.
La scelta dei 5 Stelle di promuovere i Gilet Gialli ad alleati alle prossime europee appare così, non solo inopportuna (come facilmente dimostrabile dalle dichiarazioni golpiste di uno di loro), ma anche poco previdente, perchè le preferenze di voto di gran parte di coloro che sono scesi in piazza sono già ampiamente rappresentate dagli schieramenti politici presenti in Francia. Qualche migliaio di voti proveniente da RiC (la lista che si presenterà alle europee in nome dei Gilet Gialli, ma che probabilmente non sarà l'unica) non potrà certo regalare i seggi necessari a Di Maio per formare un "gruppo del cambiamento" nel Parlamento europeo.