Di recente sono stati pubblicati i programmi elettorali dei candidati sindaci a Viterbo. Mi sono imbattuto per caso in uno di questi programmi e voglio soffermarmi su un preciso punto del programma di Marco Cardona, esponente di Italexit, il partito di Paragone. Cardona riporta una proposta molto chiara con cui si scaglia contro l’Unione Europea e l’utilizzo della moneta unica. Al paragrafo “Economia locale e del lavoro”, dopo aver sottolineato come l’Europa costringa i singoli comuni a giungere verso il pareggio di bilancio (considerato non essenziale dal partito in questione), il candidato sindaco espone come sia necessario introdurre una “moneta complementare locale”, utilizzata dal comune come forma di pagamento nei confronti della popolazione “coinvolta nei programmi di lavoro garantito”. Continua: la moneta avrà cambio 1:1 con l’euro, non potrà essere scambiata ma solo utilizzata per ottenere beni/servizi pubblici e privati dall’imprese che aderiscono ed all’interno della sfera comunale. 

Reputo sia necessario mettere in luce alcuni punti relativi alla teoria economica e monetaria sottostanti all’emissione di moneta. Siamo all’anno 0 ed il comune di Viterbo decide di pagare un cittadino con la nuova moneta: il cittadino riceve 1000Lire. Il comune emette moneta a fronte di cosa? Il candidato sindaco non lo ha ancora rivelato. In un’intervista a Repubblica afferma che i dettagli saranno resi noti solo dopo l’eventuale elezione. Non avendo ben chiaro questo punto (a dir poco fondamentale) mi soffermo solamente su una questione: in questo caso il comune è “sovrano” in quanto emette lui stesso la nuova Lira e probabilmente l’intenzione è quella di finanziare la spesa pubblica comunale con l’emissione della Lira e quindi monetizzare il debito. In questa visione manca un piccolo passaggio: l’impresa che costruisce il ponte (spesa pubblica) accetterà di essere pagata in Lire-viterbesi? Chissà. Inoltre, emettere moneta (debito) ed utilizzarla per finanziare la spesa pubblica (attivo), porta ad una condizione: la moneta in questione deve essere sostenuta dal pagamento delle tasse, altrimenti perde inevitabilmente di valore perché totalmente sganciata dall’economia reale. 

Quest'ultimo è l'altro punto che il candidato sindaco non pare considerare: il tasso di cambio. Che la moneta in questione mantenga un tasso di cambio 1:1 con l’euro è credo impossibile. Due monete emesse da due enti diversi non possono avere un tasso di cambio 1:1 a meno che non venga imposto per legge un regime di cambio fisso. Ma il comune di Viterbo non penso abbia molto potere in Commissione Europea. Se non viene imposto un cambio fisso, il tasso di cambio verrà deciso dai cittadini nel momento in cui quella moneta circolerà. Ciò si baserà sulla fiducia che questi nutrono verso la nuova moneta emessa. Voi scambiereste i vostri 10euro con 10Lire-viterbesi? Io no. 

MODELLO ECONOMIA SEMPLIFICATA A 2 SOGGETTI: COMUNE ED IMPRESA. 

  1. Il Comune emette la sua Lira con cui paga l’impresa che ha costruito un nuovo ponte a Viterbo. L’impresa in questione accetterà le Lire? Soprattutto, perché dovrebbe essere pagata in Lire anziché in euro? Con entrambe può pagarci le tasse. Anzi, con l’euro puoi pagare le tasse in tutta in Italia ed addirittura in tutti gli stati dell’UME. La Lira fuori da Viterbo diventa carta straccia. Quindi sarà probabilmente necessario chiamare un'azienda che opera a Viterbo, sennò difficilmente verrà accettato il contratto.

  2. Supponiamo che l’impresa accetti di essere pagata in Lire. Adesso in cassa si trova 100Lire e cosa può farci? Può essere utilizzata “all’interno della sfera economica cittadina” riporta il programma. Quindi può pagarci le tasse comunali ed utilizzarla presso imprese pubbliche e private che aderiscono all’iniziativa. In entrambi i casi rappresenta un’uscita per l’impresa e quindi un costo. Tra i costi di un’impresa che costruisce ponti troviamo i costi relativi alle materie prime, o più in generale esistono i costi dei fornitori, i quali vogliono essere pagati. Ma questi non accetteranno la Lira-viterbese molto probabilmente, perché per loro non vale nulla. Vorranno essere pagati in euro, euro che in cassa non ci sono perché il lavoro di costruzione del ponte è stato pagato in Lire. Questo potrebbe essere un bel problema che alla lunga porterà l'impresa ad avere problemi di liquidità.

  3. L’impresa sarà costretta a tenere le Lire in bilancio ed a utilizzarle presso altre società convenzionate accettanti la moneta in questione. Come spenderle sarà un problema del CEO dato che con grande probabilità la maggioranza dei contatti dell’azienda saranno situati fuori Viterbo e quindi vorranno essere pagati in euro. Avendo poche possibilità è molto probabile che l'impresa utilizzerà le Lire per pagare le tasse e dunque queste torneranno in mano al comune.

  4. La prossima volta l’impresa che costruisce ponti come vorrà essere pagata? Suppongo in euro. Il comune, che ha incassato le tasse in Lire ma deve pagare la spesa pubblica in euro perché l’impresa non accetta più le sue Lire, cosa si troverà in bilancio? Del deficit. Se vuole finanziare la spesa pubblica deve trovare gli euro che non ha e ciò è possibile in 2 modi: 1) trovare una controparte che accetti le Lire in cambio di Euro e dunque operando sul mercato dei cambi. 2) nuovo debito.