Sfumato il Quirinale dopo la rielezione di Mattarella al Colle per altri sette lunghissimi anni, Mario Draghi – ex premier ed ex Bce – non può aspettare così tanto tempo e allora eccolo lanciare sornionamente la sua autocandidatura alla guida dell’esecutivo Ue dopo le elezioni di giugno.

Nel suo intervento a Bruxelles, alla High-Level Conference sui diritti sociali, Mario Draghi ha, infatti, pronunciato quello che è sembrato un vero e proprio discorso programmatico rivolto alle cancellerie di tutta Europa.

La sensazione diffusa è che sia già pronto il suo ritorno da protagonista sulla scena dell’Europa dei prossimi anni. Sono in molti, infatti, a percepire nelle sue parole la volontà di candidarsi alla guida della Ue del futuro, con il ruolo di presidente del Consiglio europeo:

Nella Ue c’è bisogno di un cambiamento radicale. Le nostre regole per gli investimenti sono costruite su un mondo che non c’è più, il mondo pre-Covid, pre-guerra in Ucraina, pre-crisi in Medio Oriente. E ci troviamo in un mondo in cui è tornata la rivalità tra le grandi potenze.

Ripristinare la nostra competitività non è un obiettivo che possiamo raggiungere da soli o battendoci l’un l’altro. Ci impone di agire come Unione europea, come non abbiamo mai fatto prima. Le regole per gli investimenti sono costruite su un mondo che non c’è più.

Dopo il Covid e le guerre ci troviamo in un mondo in cui è tornata la competitività tra le grandi potenze, al punto che altri Paesi non rispettano le regole e l’Europa è stata colta di sorpresa.

Non abbiamo il lusso di poter rinviare le decisioni per assicurare coerenza tra i diversi strumenti. Per rilanciare la competitività della Ue occorre un nuovo strumento strategico per coordinare le politiche economiche.
Le parole di Draghi hanno raccolto ampi consensi tra i vari Stati europei e sarebbero in tanti a sostenere l’avvicendamento dell’ex governatore della Banca Centrale Europea con Ursula von der Leyen alla guida dell’Unione Europea.

Sull’ipotesi Draghi, Giorgia Meloni non scopre le carte nell’attesa del momento giusto in cui uscire allo scoperto.

Ma il presidente del Senato, Ignazio La Russa fedelissimo di Meloni, ha già tracciato la linea d’indirizzo della Presidenza del Consiglio dichiarando che “Draghi ha i titoli per ambire ad ogni ruolo”.