Giorgio Almirante, fondatore e storico leader del Movimento Sociale Italiano (MSI), durante il fascismo, convinto sostenitore delle leggi razziali, ricoprì il ruolo di capo gabinetto del Ministero della Cultura Popolare (MinCulPop) e durante la Repubblica Sociale Italiana (RSI) si adoperò per condannare a morte renitenti alla leva e chiunque fosse sospettato di collaborare con la Resistenza o di opporsi al regime fascista, attività che, finita la guerra, gli permise di guadagnarsi il titolo di "fucilatore".

Come segretario del MSI, Almirante cercò di creare le condizioni perché l'Italia divenisse nuovamente fascista. Naturalmente, non pensava al fascismo del ventennio... intendeva proseguire la linea tracciata dal precedente segretario, Arturo Michelini, che ipotizzava un'Italia identica a quella che sta attuando la (post) fascista Giorgia Meloni.

Visti i trascorsi, come si può pensare di intitolare una via o una piazza a Giorgio Almirante? Per lo più a Grosseto dove tenente delle Brigate nere e funzionario della RSI, fu estensore del decreto della Prefettura del 17 maggio 1944 (il testo è riportato di seguito), in cui si minacciava la condanna a morte per  fucilazione chiunque non si fosse presentato alla chiamata di leva: 

Alle ore 24 del 25 Maggio scade il termine stabilito per la presentazione ai posti militari e di Polizia Italiani e Tedeschi, degli sbandati ed appartenenti a bande. Entro le ore 24 del 25 Maggio gli sbandati che si presenteranno isolatamente consegnando le armi di cui sono eventualmente in possesso non saranno sottoposti a procedimenti penali e nessuna sanzione sarà presa a loro carico secondo quanto è previsto dal decreto del 18 Aprile. I gruppi di sbandati qualunque ne sia il numero dovranno inviare presso i comandi militari di Polizia Italiani e Tedeschi un proprio incaricato per prendere accordi per la presentazione dell'intero gruppo e per la consegna delle armi. Anche gli appartenenti a questi gruppi non saranno sottoposti ad alcun processo penale e sanzioni. Gli sbandati e gli appartenenti alle bande dovranno presentarsi a tutti i posti militari e di Polizia Italiani e Germanici entro le ore 24 del 25 maggio. Tutti coloro che non si saranno presentati saranno considerati fuori legge e passati per le armi mediante fucilazione nella schiena. Vi preghiamo curare immediatamente affinché testo venga affisso in tutti i Comuni vostra Provincia."p. il Ministro Mezzasoma – Capo Gabinetto
GIORGIO ALMIRANTE

Nonostante queste premesse, il Comune di Grosseto ha pensato bene di dedicare una strada al fucilitatore fascista Giorgio Almirante che una sentenza della Sezione Prima del Consiglio di Stato ha sdoganato dichiarando non ammissibile il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica proposto da Sabrina Ciaffarafà.

Secondo il Consiglio di Stato spetta ai Comuni il potere esclusivo di decidere sul nome delle vie, mentre il prefetto è chiamato a decidere se rilasciare o meno l'autorizzazione in base a valutazioni di tutela dell'ordine pubblico o di esigenze di regolarità anagrafica. Poteri, questi ultimi che, sempre secondo il Consiglio di Stato, sono stati ben esercitati dal prefetto di Grosseto Paola Berardino.

 Quindi, dedicare una via al fucilitatore e sostenitore delle leggi razziali Giorgio Almirante è cosa giusta e dovuta... nell'Italia (post) fascista.