Dopo che l'esercito israeliano si è ritirato da Jenin, nel nord della Cisgiordania, al termine di un'operazione militare durata due giorni che ha provocato l'uccisione di 12 civili palestinesi, alcuni dei quali minorenni, e il ferimento di altri 140, per le strade della città si sono svolti questa mattina i funerali di nove delle vittime, alla presenza di migliaia di persone. Il corteo funebre è partito dall'ospedale governativo di Jenin, dove erano custoditi i corpi, dirigendosi poi verso il campo profughi.

Le bare sono state portate a spalla e nel cimitero sono state sepolte una accanto all'altra. I funerali di due delle persone uccise si sono svolti ieri, mentre la terza è stata seppellita nella sua città natale, Maythalon, cittadina vicino a Jenin.

Qual è stato lo scopo di tale operazione che ha visto gli israeliani impiegare droni, bulldozer, mezzi corazzati e un migliaio di soldati?

Quello di sradicare il cosiddetto terrorismo da Jenin. Intanto, secondo fonti della BBC, delle 12 vittime solo 8 erano membri appartenenti a fazioni palestinesi combattenti, degli altri non è al momento stata confermata alcuna appartenenza. Poi tra i feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni, ci sono molti civili. 

Ma gli israeliani hanno mostrato ai giornalisti di aver sequestrato grandi quantità di armi, proiettili, ordigni esplosivi e giubbotti protettivi...  in vari nascondigli, anche in una moschea. Nonostante ciò, da parte di alcuni commentatori israeliani, il risultato ottenuto dall'Idf a Jenin è da considerarsi limitato, più un'operazione di facciata che di sostanza che, prima della sua conclusione, ha registrato anche una vittima tra i militari israeliani, un sergente che, oltretutto, potrebbe esser pure stato colpito da fuoco amico (è in corso un'inchiesta). 

Tra i risultati concreti, c'è però la distruzione di molte strade e di molti edifici, oltre che dei servizi che portavano acqua e elettricità, all'interno del campo profughi. Il sindaco di Jenin, Nidal Al-Obeidi, ha detto che circa 4.000 palestinesi, quasi un terzo degli abitanti del campo, era fuggito durante l'aggressione. Al ritorno i residenti hanno trovato strade distrutte ed edifici ridotti in macerie.

L'UNICEF si è detta profondamente preoccupata per la recente escalation di violenza a Jenin, "dove almeno tre minori sono stati uccisi e molti altri sono rimasti feriti", mentre centinaia di famiglie sono sfollate a causa degli scontri.

L'UNICEF è particolarmente preoccupata anche per l'aumento della violenza in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Dall'inizio del 2023, sono stati uccisi 33 bambini, 27 palestinesi e 6 israeliani. Questi numeri sono quasi pari a quelli dell'intero anno 2022, che era già stato considerato l'anno più letale per i bambini residenti in Cisgiordania dal 2004.



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