A Palazzo Lombardia a Milano, giovedì si è svolta la conferenza stampa di presentazione della nuova piattaforma di prenotazione delle vaccinazioni anti-Covid di Regione Lombardia in collaborazione con Poste Italiane.
Alla conferenza hanno partecipato il presidente Attilio Fontana, la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, l'Assessore alla Protezione Civile Pietro Foroni, il coordinatore della campagna vaccinale in Lombardia Guido Bertolaso e Mirko Mischiatti, responsabile Digital Technology & Operation di Poste Italiane.
Il riassunto di quanto "presentato", nelle parole di Guido Bertolaso:
"A fine maggio, inizio giugno, saremo riusciti a coprire le categorie maggiormente a rischio almeno con la prima dose. Avremo fatto un'operazione tipo Israele".
Sbagliare, per chiunque tenti di intraprendere qualsiasi attività, è nell'ordine delle cose. Quindi, nessuno può essere criticato per questo. Diverso però è quando non solo si continua a sbagliare, ma oltretutto si pretende di non riconoscere gli errori, oppure dire che siano colpa di altri.
Finora, in Lombardia, nella gestione della pandemia e per ultimo in quella delle vaccinazioni anti-Covid, questo è quello che è avvenuto. Ma non solo i vertici della regione non si scusano, adesso pretendono persino di spacciare per oro del semplice ottone .
Paragonare l'avvenuta vaccinazione in Lombardia delle persone appartenenti alle categorie più a rischio "con almeno una dose" entro due mesi a mezzo a ciò che è stato fatto in Israele, dove nello stesso periodo di tempo è stata vaccinata più o meno tutta la popolazione vaccinabile, è una provocazione oltre che una intollerabile presa per i fondelli.
E questa gente viene spacciata come se fosse il meglio di quanto l'Italia possa pretendere da una classe dirigente.