Mentre Israele ha ripreso a bombardare il nord della Striscia, quella che a dire di Tel Aviv avrebbe dovuto essere l'area liberata dal controllo delle milizie palestinesi, negli Stati Uniti sta ormai esplodendo la rivolta delle università contro il genocidio a Gaza e l'indecente politica di Biden che da mesi lo supporta.

Oltre 100 gli studenti pro Palestina della Columbia University che mercoledì della scorsa settimana sono stati arrestati. Una repressione coordinata dal presidente della Columbia Nemat Minouche Shafik, dal sindaco democratico di New York Eric Adams, dal Dipartimento di Polizia di New York e dalla Casa Bianca di Biden, che invece di bloccare sul nascere episodi analoghi è servita solo ad alimentarli e a diffonderli nel resto del Paese.

Così, venerdì scorso, centinaia di studenti della Yale University, nel Connecticut, hanno allestito un accampamento di protesta nella Beinecke Plaza del campus universitario. Ventiquattro tende sono state erette di fronte all'edificio dove si teneva una cena del Consiglio di amministrazione in onore del presidente uscente Peter Salovey, con gli studenti che chiedevano che Yale rivelasse i suoi rapporti con aziende che riforniscono le Forze di difesa israeliane (IDF), annunciandone il blocco. 

Lunedì mattina, manifestazioni simili sono state messe in atto alla New York University (NYU), così come nelle università dell'area di Boston, tra cui l'Emerson College, il Massachusetts Institute of Technology (MIT) e la Tufts University.

Sempre lunedì manifestanti pro Palestina si sono accampati anche nel campus dell'Università del Maryland. Diverse decine di studenti dell'Università del Michigan hanno allestito un accampamento di protesta occupando The Diag, un grande spazio aperto al centro del campus.

All'Università della California, a Berkeley, gli studenti si sono accampati sui gradini della Sproul Hall, nel centro del campus. Gli studenti della Cal Poly di Humboldt, nel nord della California, hanno occupato la Siemens Hall e sono stati affrontati dalla polizia in tenuta antisommossa.

La manifestazione nel campus della Columbia, nel frattempo, è ripresa e sempre più studenti si sono uniti alla protesta... che ha poi visto aumentare la repressione della polizia, con nuovi arresti. Per questo ieri, a metà pomeriggio, centinaia di professori della Columbia hanno organizzato uno sciopero spontaneo per manifestare contro la repressione messa in atto nei confronti degli studenti. Temendo chiaramente un'ulteriore espansione di quanto stava accadendo, l'amministrazione della Columbia ha annunciato che fino alla fine del semestre, che si concluderà il 29 aprile, le lezioni si terranno solo in remoto.

Come hanno "rivenduto" la notizia i media?

Che studenti antisemiti hanno impedito l'accesso alle varie facoltà ai poveri studenti ebrei, minacciandoli della qualunque, costringendo così l'amministrazione della Columbia a chiudere le facoltà in presenza, facendo svolgere le lezioni solo da remoto!

Non un caso, perché la diffamatoria equazione tra proteste anti-genocidio e antisemitismo è utilizzata - ovviamente con la regia della Casa Bianca - per giustificare la repressione in atto contro gli studenti che, in queste ore, sta registrando arresti di massa.

Ma per Biden e per le lobby sioniste che controllano il Congresso e gran parte dei media statunitensi, la repressione dei manifestanti pro Palestina nelle università americane è arrivata in ritardo, perché dagli studenti è ormai paragonata a quella delle manifestazioni storiche contro la guerra del Vietnam e l'apartheid in Sud Africa... tanto da far loro dichiarare, e a buon diritto, che chi manifesta a favore dei palestinesi sta dal lato giusto della storia.

Non solo. Per coloro che cercano disperatamente (e vigliaccamente) di spacciare tali proteste come antisemite, a smentirli ci sono anche numerosissimi studenti ebrei che combattono l'antisionismo e non vogliono essere inclusi nel numero di coloro che appoggiano e giustificano un genocidio che in poco più di sei mesi, tra morti e feriti, ha causato circa 120mila vittime!



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