A fine dello scorso ottobre, così il ministro dell'Economia Daniele Franco si era espresso sul caso MPS:

"Abbiamo contattato molti possibili soggetti, l’unico che ha manifestato un interesse reale è stato Unicredit con cui abbiamo avviato una discussione. Ringrazio intanto Unicredit per la disponibilità, siamo arrivati a u divario sull’aumento di capitale ma anche sul valore del ramo di azienda, cioè su quante quote di Unicredit il governo avrebbe ottenuto con la cessione. Quindi abbiamo sospeso la trattativa.Questo ci lascia con il Dpcm di dodici mesi fa che vuole la dismissione. Abbiamo già parlato con la commissione europea per ottenere una proroga del termine del 31 dicembre, esploreremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi eventuali disponibilità, nel frattempo continueremo a gestire Mps facendo in modo che sia sempre più solida".

Ma la strada per l'istituto di credito senese sembra già tracciata, in base a quanto dichiarato ieri dall'amministratore delegato, Guido Bastianini, durante una audizione alla commissione di inchiesta sul sistema bancario in merito al mancato accordo Mef-Unicredit:

"Dovremo esaminare con attenzione il perimetro del gruppo cercando di eliminare componenti non profittevoli ed esaminare la struttura dei costi, in particolare i costi del personale.Ci sono bacini di colleghi che su base volontaria potranno decidere se accedere al fondo esuberi. Un minimo di 2.500 e fino a 4.000 unità".

Trovare le risorse adeguate per tale operazione, valutabile in circa un miliardo di euro, sarà l’oggetto delle prossime settimane di lavoro, ha detto infine Bastianini.