L'Europa chiede di armarsi per la guerra in Ucraina e il cessate il fuoco a Gaza
Queste le conclusioni del Consiglio europeo del 21 marzo su Ucraina, Sicurezza e Difesa e Medio Oriente.
UCRAINA
A due anni dall'inizio della guerra di aggressione mossa dalla Russia contro l'Ucraina e a dieci anni dall'annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Russia, entrambe in palese violazione degli obblighi derivanti a quest'ultima dalla Carta delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale, il Consiglio europeo sostiene in modo sempre più risoluto l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale. La Russia non deve prevalere. Data l'urgenza della situazione, l'Unione europea è determinata a continuare a fornire all'Ucraina e alla sua popolazione tutto il necessario sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico per tutto il tempo necessario e con l'intensità necessaria. Il Consiglio europeo invita gli alleati e i partner di tutto il mondo ad aderire a questo sforzo.
Nell'esercitare il suo diritto naturale di autotutela, l'Ucraina necessita con urgenza di sistemi di difesa aerea, munizioni e missili. In questo momento critico, l'Unione europea e gli Stati membri accelereranno e intensificheranno la fornitura di tutta l'assistenza militare necessaria. Il Consiglio europeo accoglie con favore tutte le recenti iniziative a tale riguardo, compresa quella lanciata dalla Cechia per acquisire con urgenza munizioni per l'Ucraina, che consentiranno di onorare rapidamente l'impegno dell'UE di fornire all'Ucraina un milione di munizioni di artiglieria.
Il Consiglio europeo si compiace degli accordi bilaterali sugli impegni in materia di sicurezza conclusi da vari Stati membri e partner con l'Ucraina. Ha esaminato i progressi compiuti in merito al contributo dell'UE agli impegni in materia di sicurezza nei confronti dell'Ucraina, che aiuteranno il paese a difendersi, a resistere agli sforzi di destabilizzazione e a scoraggiare atti di aggressione nel futuro. Il Consiglio europeo accoglie con favore l'adozione della decisione del Consiglio relativa a un Fondo di assistenza per l'Ucraina che assicura il proseguimento del sostegno militare all'Ucraina nell'ambito dello strumento europeo per la pace. Il Consiglio europeo chiede al Consiglio di lavorare all'8º pacchetto di sostegno per l'Ucraina nell'ambito dello strumento europeo per la pace. Accoglie altresì con favore l'aumento della capacità della missione di assistenza militare dell'UE (EUMAM).
Il Consiglio europeo ha esaminato i progressi compiuti in relazione ai prossimi passi concreti volti a destinare a beneficio dell'Ucraina, compresa la possibilità di finanziare il sostegno militare, le entrate straordinarie derivanti dai beni russi bloccati. Invita il Consiglio a portare avanti i lavori sulle recenti proposte dell'alto rappresentante e della Commissione. ...
Il Consiglio europeo accoglie con favore l'adozione del 13º pacchetto di sanzioni. Chiede ulteriori misure per indebolire la capacità della Russia di continuare a condurre la sua guerra di aggressione, ivi compreso il rafforzamento delle sanzioni. ...
Il Consiglio europeo invita le parti terze a cessare immediatamente di fornire sostegno materiale alla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina.
Il Consiglio europeo condanna fermamente le continue violazioni dei diritti umani perpetrate dalla Russia nei territori ucraini occupati, compresa la deportazione di bambini. Respinge con fermezza e non riconoscerà mai le cosiddette "elezioni" illegali organizzate dalla Russia nei territori ucraini temporaneamente occupati di Crimea, Sebastopoli, Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, né il relativo esito.
La Russia e i suoi dirigenti devono essere chiamati a rispondere pienamente della guerra di aggressione condotta nei confronti dell'Ucraina e di altri crimini di estrema gravità ai sensi del diritto internazionale, come pure degli ingenti danni causati dalla guerra. ...
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SICUREZZA E DIFESA
L'Unione europea è determinata ad aumentare la sua prontezza alla difesa e le sue capacità di difesa complessive affinché siano all'altezza delle sue esigenze e ambizioni nel contesto delle crescenti minacce e sfide per la sicurezza. Sulla scorta della dichiarazione di Versailles e della bussola strategica, è determinata a ridurre le sue dipendenze strategiche e ad accrescere le sue capacità. La base industriale e tecnologica di difesa europea dovrebbe essere rafforzata di conseguenza in tutta l'Unione. L'aumento della prontezza alla difesa e il rafforzamento della sovranità dell'Unione richiederanno ulteriori sforzi, conformemente alle competenze degli Stati membri, per:
a) rispettare l'impegno comune di aumentare in modo sostanziale la spesa per la difesa, e investire insieme in modo migliore e più rapido;
b) migliorare l'accesso dell'industria europea della difesa ai finanziamenti pubblici e privati. In tale contesto, il Consiglio europeo invita il Consiglio e la Commissione a esaminare tutte le opzioni per mobilitare finanziamenti e a riferire in merito entro giugno. Si invita inoltre la Banca europea per gli investimenti ad adeguare la sua politica di prestiti all'industria della difesa e la sua attuale definizione di beni a duplice uso, salvaguardando nel contempo la sua capacità di finanziamento;
c) incentivare lo sviluppo e gli appalti congiunti per far fronte alle carenze in termini di capacità critiche dell'UE, in particolare per quanto riguarda gli abilitanti strategici, nonché per sfruttare appieno le sinergie tra i processi di pianificazione della difesa a livello nazionale ed europeo;
d) potenziare gli investimenti cooperativi/congiunti nel settore della difesa, dalla fase di ricerca e sviluppo a quella di pianificazione, fino all'industrializzazione e agli appalti congiunti, e migliorare la prevedibilità, ad esempio attraverso contratti pluriennali fissi;
e) aumentare la resilienza dell'industria europea della difesa, la sua flessibilità e la sua capacità di sviluppare e produrre prodotti per la difesa innovativi, potenziando la loro interoperabilità e intercambiabilità nonché garantendo la loro disponibilità per gli Stati membri;
f) incentivare l'ulteriore integrazione del mercato europeo della difesa in tutta l'Unione, agevolando l'accesso alle catene di approvvigionamento della difesa, in particolare per le PMI e le società a media capitalizzazione, e riducendo la burocrazia;
g) migliorare la risposta rapida e l'individuazione tempestiva delle strozzature nelle catene di approvvigionamento per il mercato della difesa e garantire che la regolamentazione dell'UE non costituisca un ostacolo allo sviluppo dell'industria europea della difesa;
h) sostenere le iniziative volte a continuare a investire nella manodopera qualificata per far fronte alle prevalenti carenze di manodopera e di competenze nell'industria della difesa.
Il Consiglio europeo invita il Consiglio, l'alto rappresentante e la Commissione a portare avanti rapidamente i lavori relativi alla comunicazione congiunta su una strategia per l'industria europea della difesa (EDIS). Invita altresì il Consiglio a portare avanti senza indugio i lavori sulla proposta relativa a un programma per l'industria europea della difesa (EDIP) che l'accompagna.
L'attuazione della bussola strategica rimane un elemento chiave per aumentare la prontezza alla difesa dell'Europa e dovrebbe essere accelerata. La capacità di dispiegamento rapido dell'UE, la mobilità militare, le esercitazioni reali, il potenziamento della sicurezza spaziale, la lotta contro le minacce informatiche e ibride e il contrasto alla manipolazione delle informazioni e alle ingerenze da parte di attori stranieri rivestono particolare importanza a tale riguardo.
Un'Unione europea più forte e più capace nel settore della sicurezza e della difesa contribuirà positivamente alla sicurezza globale e transatlantica ed è complementare alla NATO, che rimane il fondamento della difesa collettiva per i suoi membri.
Quanto precede fa salvo il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri e tiene conto degli interessi di tutti gli Stati membri in materia di sicurezza e di difesa.
MEDIO ORIENTE
Il Consiglio europeo ha discusso degli ultimi sviluppi in Medio Oriente. È costernato per la perdita senza precedenti di vite umane tra la popolazione civile e per la situazione umanitaria critica [ma dimentica di indicgare Israele lcome responsabile, ndr]. Il Consiglio europeo chiede una pausa umanitaria immediata che porti a un cessate il fuoco sostenibile, alla liberazione senza condizioni di tutti gli ostaggi e alla fornitura di assistenza umanitaria.
Il Consiglio europeo ricorda le sue precedenti conclusioni in cui ha condannato con la massima fermezza Hamas per i suoi attacchi terroristici brutali e indiscriminati perpetrati in tutta Israele il 7 ottobre 2023, ha riconosciuto il diritto di Israele di difendersi in linea con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario e ha chiesto l'immediata liberazione di tutti gli ostaggi senza alcuna precondizione. La loro sicurezza e il loro benessere sono motivo di grave preoccupazione. Hamas e gli altri gruppi armati devono concedere immediatamente l'accesso umanitario a tutti gli ostaggi rimanenti. Il Consiglio europeo invita il Consiglio ad accelerare i lavori relativi all'adozione di ulteriori misure restrittive pertinenti nei confronti di Hamas.
Il Consiglio europeo nutre profonda preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria a Gaza e il suo effetto sproporzionato sulla popolazione civile, in particolare i bambini, nonché per il rischio imminente di carestia causato dall'ingresso insufficiente di aiuti a Gaza. Un accesso umanitario pieno, rapido, sicuro e senza restrizioni a tutta la Striscia di Gaza attraverso tutte le rotte è essenziale per fornire alla popolazione civile assistenza di primo soccorso e servizi di base su larga scala [ma si dimentica di citare Israele come responsabile di quanto sta accadendo, ndr]. Il Consiglio europeo si compiace dell'iniziativa Amalthea che apre una rotta marittima per l'assistenza emergenziale da Cipro a Gaza, a integrazione delle rotte terrestri che rimangono il modo principale per fornire i volumi necessari. Sono necessari ulteriori rotte e valichi terrestri.
Occorre adottare misure immediate per prevenire qualsiasi ulteriore sfollamento della popolazione e fornire a quest'ultima un riparo sicuro al fine di assicurare la protezione della popolazione civile in ogni momento. Il Consiglio europeo esorta il governo israeliano a non intraprendere un'operazione di terra a Rafah, che peggiorerebbe la situazione umanitaria già catastrofica e impedirebbe la fornitura di servizi di base e assistenza umanitaria di cui vi è urgente necessità. A Rafah oltre un milione di palestinesi cercano attualmente di mettersi al sicuro dai combattimenti e di ottenere accesso all'assistenza umanitaria.
Tutte le parti devono rispettare il diritto internazionale, compresi il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani. Il Consiglio europeo sottolinea l'importanza di rispettare e attuare l'ordinanza della Corte internazionale di giustizia del 26 gennaio 2024, che è giuridicamente vincolante. Le violazioni del diritto internazionale umanitario devono essere oggetto di indagini approfondite e indipendenti e deve essere garantito l'accertamento delle responsabilità. Il Consiglio europeo prende atto con grave preoccupazione delle relazioni della rappresentante speciale delle Nazioni Unite Pramila Patten ed esprime sgomento per le violenze sessuali perpetrate durante gli attacchi del 7 ottobre. L'Unione europea sostiene le indagini indipendenti in merito a tutte le accuse di violenza sessuale, prendendo atto altresì delle relazioni della relatrice speciale delle Nazioni Unite Reem Alsalem.
Il Consiglio europeo sottolinea che i servizi forniti dall'UNRWA a Gaza e in tutta la regione sono essenziali. Il Consiglio europeo prende atto delle recenti misure dell'UE e del sostegno finanziario. Accoglie con favore il rapido avvio, da parte delle Nazioni Unite, di un'indagine interna e di una revisione esterna a seguito delle gravi accuse nei confronti di 12 membri del personale dell'UNRWA in merito alla loro asserita partecipazione agli attacchi terroristici del 7 ottobre. Attende con interesse l'esito dell'indagine e un'ulteriore azione risoluta da parte delle Nazioni Unite per garantire l'accertamento delle responsabilità e rafforzare il controllo e la vigilanza.
Il Consiglio europeo chiede la cessazione immediata delle violenze in Cisgiordania e a Gerusalemme Est [da parte di chi? Ancora una volta non è detto, ndr] e la garanzia di un accesso sicuro ai luoghi santi. Il Consiglio europeo condanna fermamente la violenza dei coloni estremisti. I responsabili devono rispondere delle loro azioni. Il Consiglio europeo invita il Consiglio ad accelerare i lavori relativi all'adozione di pertinenti misure restrittive mirate. Il Consiglio europeo condanna le decisioni del governo israeliano di estendere ulteriormente gli insediamenti illegali in tutta la Cisgiordania occupata. Esorta Israele a revocare tali decisioni.
L'Unione europea continuerà a collaborare intensamente con i partner regionali e internazionali al fine di prevenire un'ulteriore escalation regionale, in particolare in Libano e nel Mar Rosso. ...
L'Unione europea mantiene il suo fermo impegno a favore di una pace duratura e sostenibile basata sulla soluzione dei due Stati.
Riassumendo. I presunti "leader" dei Paesi membri dell'Ue, motu proprio, hanno deciso che l'Europa sta per entrare in guerra perché la Crimea e il Donbass, territori da sempre russofoni, devono far parte dell'Ucraina, ed è pertanto necessario che Kiev ne abbia il controllo. Come? Con una guerra senza fine che dovrà esser finanziata con una corsa al riarmo che convoglierà le future risorse dell'Ue alla fabbricazione di armi, con buona pace del supporto a sanità, ricerca e istruzione. I cristianissimi leader europei, si sono occupati poi di Medio Oriente, in maniera bizzarra... accusando Hamas di essere responsabile della qualunque (e non è detto che non sia così), ma evitando di assegnare anche la pur vaga responsabilità allo Stato ebraico per il genocidio commesso a Gaza e per gli attacchi e le violenze nei Territori Occupati. E questi "presunti" leader pretendono di voler risolvere le questioni internazionali... senza però essere in grado di indicarne responsabili e responsabilità.