Dopo che martedì la Nota Aggiuntiva al Def (Nadef) è stata bocciata da Istat, Corte dei Conti, Banca d'Italia e dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio, oggi il ministro dell'Economia Tria è tornato davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato per parlare nuovamente a supporto della struttura della legge di Bilancio.

Nonostante le critiche ricevute e l'andamento negativo sullo spread, Giovanni Tria ha confermato la struttura della cosiddetta "manovra del popolo", non tenendo pertanto in considerazione le valutazioni negative dell'Upb. Non un ottimo biglietto da visita per presentare la manovra alla Commissione europea che, dal canto suo, avrà un appiglio in più per chiederne la bocciatura.

Il giudizio negativo dell'Upb non è comunque una novità. Nel 2016 la Nadef presentata dall'allora ministro Padoan, durante il governo Renzi, fu anch'essa bocciata e, anche in quel caso, il Governo tirò dritto.

Tria ha ricordato i numeri della manovra per il 2019 che è stata indicata in 36,7 miliardi. Per la copertura, circa 22 miliardi arriveranno dall'aumento del deficit, cioè l'indebitamento pubblico rispetto al suo livello tendenziale, mentre 15 miliardi saranno imputati a tagli di spesa per 6,9 miliardi e aumenti di entrate per 8,1 miliardi.

Questi i numeri in dettaglio comunicati da Tria. Nel 2019 l'Iva (il cui costo delle coperture è di 12,5 miliardi) spingerà la crescita di 0,2 punti; reddito di cittadinanza e anticipo pensionistico costeranno 16 miliardi, producendo un +0,3% sul Pil, la flat tax costerà 600 milioni (+0,1% Pil), gli investimenti 3,5 miliardi (+0,2% Pil), gli incentivi agli investimenti e alla pubblica amministrazione sono quantificati in 1,8 miliardi (+0,1% Pil), mentre le spese indifferibili varranno 2,3 miliardi (+0,1%). Le coperture - 6,9 miliardi di tagli e 8,1 miliardi di entrate - ridurranno il pil di 0,4 punti.

Per gli anni successivi (le leggi di bilancio hanno un respiro triennale), nel 2020 la manovra sarà solo di 7,8 miliardi - di cui tagli di spesa e aumenti di entrate entrambi pari a 3,9 miliardi - mentre nel 2021 di 9,9 miliardi: 4,7 miliardi di tagli alla spesa e 5,2 miliardi di aumenti di entrate.

Nessuna anticipazione sui dettagli relativi alle coperture non in deficit, in modo da valutare la credibilità di tali numeri. Lo stesso dicasi per gli investimenti che, in ogni caso, sembrano comunque legati ai numeri di crescita auspicati nella Nota aggiuntiva al Def. Un aspetto che potrebbe non soddisfare i critici della manovra che anche sulla fumosità degli investimenti hanno basato le loro perplessità.

In ogni caso, dopo l'audizione di Tria, lo spread sui BTP è diminuito leggermente rispetto ai quasi 300 punti dell'apertura.