La Corte Costituzionale, riunita oggi in Camera di Consiglio, ha esaminato le questioni di legittimità sollevate dalla Corte di Cassazione sul regime applicabile ai condannati alla pena dell’ergastolo per delitti attinenti alla criminalità organizzata commessi da coloro che non abbiano collaborato con la giustizia e che abbiano chiesto l’accesso alla liberazione condizionale.

In attesa dell’ordinanza, la Consulta ha rilevato che la disciplina vigente sull’ergastolo ostativo preclude in modo assoluto, a chi non abbia utilmente collaborato con la giustizia, la possibilità di accedere al procedimento per chiedere la liberazione condizionale, anche quando il suo ravvedimento risulti sicuro.

“Decisione rispettabile, ma opinabile poiché non c’è una preclusione assoluta ma relativa, tenuto conto che collaborando con la giustizia si accederebbe ai benefici”.  

La Consulta, inoltre, ha osservato che tale disciplina ostativa, facendo della collaborazione l’unico modo per il condannato di recuperare la libertà, è in contrasto con gli articoli 3 e 27 della Costituzione e con l’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

Dovremo leggere l’ordinanza per comprendere nel merito quali siano i punti di contrasto. Il “Giudice delle Leggi”, tuttavia, riconosce gli aspetti relativi alla prevenzione generale e alla difesa sociale poiché si legge nel comunicato stampa che "l’accoglimento immediato delle questioni rischierebbe di inserirsi in modo inadeguato nell’attuale sistema di contrasto alla criminalità organizzata".

Dalla nota diffusa (occorrerà ovviamente leggere l’ordinanza) sembrerebbe si sia di fronte ad un provvedimento che non scontenti le varie esigenze in campo. A sensazione sembrerebbe ci si sia destreggiarsi nel miglior modo possibile in una materia esplosiva e in una situazione particolarmente difficile.

Non è un caso che la Corte abbia stabilito di rinviare la trattazione delle questioni a maggio del 2022, per consentire al legislatore gli interventi che tengano conto sia della peculiare natura dei reati connessi alla criminalità organizzata di stampo mafioso, sia delle relative regole penitenziarie, sia della necessità di preservare il valore della collaborazione con la giustizia in questi casi.  L’ordinanza sarà depositata nelle prossime settimane ed allora avremo modo di approfondire meglio la questione.

Vincenzo Musacchio, giurista e docente di diritto penale, è associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). E' ricercatore dell'Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. E’ stato allievo di Giuliano Vassalli e amico e collaboratore di Antonino Caponnetto.