Giovedì la Camera dei Rappresentanti, con 232 sì contro 196 no, ha dato formalmente inizio all'inchiesta in merito all'impeachment del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Tecnicamente, con questa votazione si sono stabilite le regole che nelle prossime settimane consentiranno ai membri della Camera di chiamare a testimoniare in audizioni pubbliche chiunque ritengano possa essere utile alle indagini per stabilire se Trump abbia o meno approfittato del proprio ruolo, per danneggiare un possible concorrente alle prossime presidenziali del 2020, mettendo a rischio la sicurezza nazionale... senza dimenticare che l'inchiesta, inizialmente incentrata sull'Ucraina, potrebbe anche estendersi al Russiagate.

Il voto di oggi ha visto il fronte repubblicano compatto, mentre tra le fila dei democratici sono venuti meno i sì del neo deputato del New Jersey Jeff Van Drew e di quello del Minnesota Collin Peterson, che rappresentano dei collegi dove gli elettori tendenzialmente votano per i repubblicani.

La presidente della Camera Nancy Pelosi, prima della votazione, ha dichiarato che quella odierna è una giornata triste per il Congresso, perché nessuno vorrebbe votare la messa in stato di accusa del presidente.

Le audizioni pubbliche, che saranno trasmesse in televisione, finiranno inevitabilmente per intrecciarsi con la campagna elettorale per le presidenziali del 2020. Secondo alcuni tutto ciò potrebbe addirittura finire per avvantaggiare Trump ed aiutarlo a farsi rieleggere per un secondo mandato.

E che questa inchiesta, dal diretto interessato, verrà utilizzata per apparire come una vittima davanti agli elettori  lo fa capire il tweet con cui Trump ha commentato il voto odierno: