Un po' in sordina per la cronaca, ma non per il mondo finanziario, ieri è nato il fondo Atlante.

È un fondo che ha come finalità quella di supportare il sistema bancario italiano garantendone gli aumenti di capitale (nel caso di eventuale inoptato potrebbe anche accollarsi tutto l'importo dell'aumento anche arrivando ad acquisire la maggioranza del capitale, anche se per un periodo di tempo non breve ma limitato) ed i crediti in sofferenza.

Chi sottoscriverà le quote del fondo Atlante? In alcune riunioni che si sono tenute al Mnistero dell'Economia, questa dovrebbe essere la tipologia dei sottoscrittori: le principali compagnie assicurative, le fondazioni bancarie, le banche con Intesa e UniCredit tra i maggiori investitori, la Cassa Depositi e Prestiti e la Società per la Gestione della Attività.

Quale sarà il capitale di cui sarà dotato il fondo? Il capitale di Atlante dovrebbe raggiungere la quota di circa 6 miliardi di euro, di cui il 30% sarà destinato all'acquisto delle sofferenze, mentre il restante sarà destinato all'eventuale supporto degli aumenti di capitale delle banche. Pertanto, gli aumenti di capitale di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca che nelle prossime settimane dovranno chiedere al mercato circa 2,5 miliardi complessivamente, saranno sicuramente garantiti.

E adesso veniamo ai dubbi che gà ieri hanno creato tensione in borsa sui titoli bancari. Considerando che, ipoteticamente, già l'aumento di capitale di due banche prosciugherebbe il 50% delle risorse finanziare del fondo per il supporto agli aumenti di capitale, la dotazione di 6 miliardi appare piuttosto esigua.

Inoltre, è da capire se l'Europa non possa ritenere aiuti di Stato l'uso dei soldi della Cassa Depositi e Prestiti raccolti tramite il risparmio postale.

Ieri, in borsa, queste perplessità hanno portato ad una forte penalizzazione dei titoli bancari. Stamani, però, il mercato sembra rassicurato ed i titoli bancari hanno subito un rimbalzo recuperando le perdite di ieri.