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Salvini vuole la flat tax, i 5 Stelle gli rispondono che non ci sono i soldi e lui dice di fregarsene

«Il Made in Italy è composto per oltre il 90% da aziende con meno di 10 dipendenti. Con la Flat tax al 15% per partite Iva e piccoli imprenditori abbiamo fatto una scelta precisa, rispettosa dell’identità dell’economia italiana, partendo dai piccoli e dai medi, da quelli che più di tutti hanno sofferto, e non ci vogliamo fermare.

Non ho mai visto nessuno decrescere ed essere felice, quindi adesso proviamo a crescere felicemente, guardando sempre avanti.»

Questo il riassunto di Matteo Salvini al suo discorso al Vinitaly di Verona.


Come si può capire, qualsiasi riferimento "critico" da parte del vicepremier leghista all'alleato di Governo, Movimento 5 Stelle, è assolutamente voluto e cercato.

«La "flat tax" - ha ribadito Salvini - è parte del contratto di governo e i 5 Stelle devono accettarla come la Lega ha accettato il reddito di cittadinanza. È una nostra priorità e c’è nel contratto di governo.

Come rispettiamo e approviamo quello che c’è nel contratto e magari non è nel Dna della Lega, altrettanto rispetto lo chiediamo agli altri sul tema fiscale.

Ci stiamo lavorando seriamente da mesi. Va tanto di moda l’analisi costi benefici e una riduzione fiscale porta sicuramente più benefici che costi. Però son contento, perché ci siamo».


Di rimando, questa la replica del "MoVimento": "Flat tax? Certo, noi siamo leali al contratto e la Flat tax è nel contratto, ma certe misure sono ambiziose e costano. D'altronde è stata la Lega a dire che costa 12 miliardi. Ribadiamo: noi siamo sempre stati leali al contratto, chi lo è stato meno è la Lega».


Come è possibile capire, la "saldissima" alleanza tra leghisti e grillini, fondata sul contratto di governo, sta progressivamente evaporando in maniera direttamente proporzionale all'approssimarsi dell'appuntamento elettorale del prossimo 26 maggio. Se le due forze politiche andranno avanti di questo passo, non è assurdo prevedere che la crisi di Governo, da molti prevista dopo le elezioni europee, possa arrivare anche anticipatamente.

Il DEF, che a breve dovrà essere presentato dall'esecutivo, dovrà contenere misure che Salvini e Di Maio potranno rivendere in chiave elettorale... anche se gli italiani saranno chiamati a votare per il rinnovo del Parlamento europeo e non di quello italiano... ma questo è.

E Salvini, esauriti i temi migranti, sicurezza e pensioni, adesso punta tutto sulle tasse... tema economico che poco si addice alle sue corde, perché verificabile con i numeri che, comunque si leggano, difficilmente possono produrre risultati diversi dallo stato delle cose, riassunto in modo semplice e diretto dai 5 Stelle con la mancanza di denaro.

Per estendere la flat tax alle famiglie ci vogliono 12 miliardi di euro. Con un Pil previsto intorno allo zero e le clausole di salvaguardia che già per il 2019 costringono il Governo a trovare oltre 20 miliardi per evitare amenti dell'Iva, è un mistero dove Salvini pensi di trovare le risorse... senza dimenticare i bonus già annunciati da Di Maio in relazione agli sgravi "bebè".

Un particolare di poco conto per Salvini, che evita di spiegarlo ai suoi sostenitori che, da parte loro, evitano di chiederlo, già troppo impegnati a farsi dei selfie con il loro capitano... d'altronde, non si possono pretendere dai sostenitori della Lega attività multitasking, oltretutto così impegnative.


Infine, c'è un altro particolare che Salvini evita di spiegare, ed è quello dei benefici che la flat tax estesa alle famiglie dovrebbe portare. Negli Stati Uniti, l'ultimo esempio di applicazione della flat tax si deve all'attuale amministrazione Trump, con il risultato, già ampiamente accertato, che il buco del bilancio federale Usa sta diventando una voragine, anche se al momento sono in pochi ad aver lanciato l'allarme. Per Trump non è un problema, perché secondo i suoi calcoli (sic!!!) è prevista un'inversione di tendenza proprio quando il suo secondo mandato (nel caso venga rieletto) sarà scaduto. Vedi un po' le coincidenze.

Inoltre, e non sembrerebbe un particolare di poco conto, gli Stati Uniti hanno un concetto di Stato sociale ridotto ai minimi termini e, ad esempio, non si preoccupano molto se la Sanità pubblica abbia o meno risorse per funzionare.


Tra una bevuta e l'altra, visto che queste dichiarazioni sono state fatte durante il Vinitaly, qualcuno ha cercato di spiegarne a Salvini tutte le conseguenze?

Autore Ugo Longhi
Categoria Politica
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