ITA va allo scontro con i sindacati ad un mese dalla partenza dei primi voli
Nella riunione tra vertici ITA e sindacati, che si era tenuta il 6 settembre, il presidente e l'amministratore delegato della società partecipata al 100% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze erano stati irremovibili, invitando i rappresentanti delle parti sociali ad aderire al nuovo contratto proposto dall'azienda, praticamente dovendolo accettare a scatola chiusa, nonostante gli accordi precedenti prevedessero delle trattative almeno fino al 20 settembre.
Il presidente esecutivo di ITA, Altavilla (nella foto in alto), il 6 settembre aveva dato un ultimatum a Cgil, Cisl, Uil, Usb e Ugl che scadeva nel pomeriggio di oggi. Trascorsa la scadenza, ITA ha diffuso una nota in cui afferma che
"rilevata l'indisponibilità alla firma unitaria dei testi presentati il 6 settembre, requisito imprescindibile per accompagnare la nascita di un progetto così ambizioso e di respiro internazionale, la società ha preso atto della impossibilità di addivenire ad un accordo", confermando così "l'intenzione di procedere all'assunzione delle 2.800 persone attraverso l'applicazione di un regolamento aziendale".
Più o meno in corrispondenza con la diffusine della nota di ITA, quasi un migliaio di lavoratori Alitalia si sono riuniti a Fiumicino nell'area tecnica dell'aeroporto Leonardo da Vinci in un'assemblea, in cui si sono stilate le richieste da presentare a ITA: a partire dalla tutela dell'occupazione fino alla proroga della cassa integrazione al 2025.
L'assemblea è stata indetta da Usb, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che hanno anche concordato l'impegno comune a non sottoscrivere la proposta presentata dal presidente Altavilla, che scadeva alle 17 di oggi.
Al termine, un lungo corteo di automobili ha percorso a passo d'uomo l'autostrada Roma-Fiumicino, destinazione via dell'Arte, all'Eur, dove ha sede ITA, dove i vertici si erano riuniti per dar seguito a quanto riassunto all'inizio dell'articolo. Per dovere di cronaca alla riunione erano presenti Anpac, Anav, Anp e Fast Confsal, che si sono dichiarati disponibili a firmare l'accordo con l'azienda, scatenando in risposta l'ira dei lavoratori presenti al presidio che si era formato all'Eur.
USB, Cgil, Cisl, Uil e Ugl , a partire da domani, hanno annunciato che saranno indette assemblee sui luoghi di lavoro per proseguire la lotta contro un progetto, supportato con tutta evidenza dal governo, "teso a smantellare contratti e diritti" dei lavoratori.
Nel pomeriggio, alle 16, USB organizza un convegno sui diritti negati nella sala Capranichetta dell'Hotel Nazionale, in piazza Montecitorio, con la partecipazione di giuristi, politici, sindacalisti e lavoratori.