Il senatore Bernie Sanders ha invitato gli Stati Uniti a "non porre il veto a una risoluzione ragionevole" che, prima o poi, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU dovrebnbe decidersi a votare.

"Il mondo intero - ha dichiarato Sanders - sta osservando la catastrofe umanitario in atto a Gaza. Il Consiglio di Sicurezza si sta ora riunendo per valutare una risoluzione per fermare lo spargimento di sangue. Gli Stati Uniti non devono porre il veto a una risoluzione ragionevole per fermare le ostilità e ottenere massicci aiuti umanitari necessari".

Speriamo sia così... ma di certo questo non avverrà questo mercoledì. Infatti, per la terza volta da inizio settimana, la votazione è stata nuovamente rinviata. Presumibilmente, se ne riparlerà giovedì.

Lana Nusseibeh, inviata dell'EAU all'Onu, ha dichiarato ad Al Jazeera di avere fiducia nell'approvazione di un cessate il fuoco nelle trattative diplomatiche che si stanno svolgendo in queste ore, aggiungendo che la votazione si dovrebbe tenere già nella mattinata di giovedì.

Sul fronte militare, entrambe le parti dicono di voler comunque continuare a combattere.

In una conferenza stampa tenuta oggi Osama Hamdan, membro del direttivo di Hamas, ha dichiarato che 

"la nostra gente sta pagando con la vita dei propri figli. Stanno sperimentando la macchina da guerra sionista finanziata dagli americani. Dopo tutti i loro sacrifici, si rendono conto che non c'è possibilità di ritirarsi, di tornare indietro. C’è solo la vittoria in questa battaglia e la garanzia della liberazione e di una vita dignitosa, stabilendo allo stesso tempo uno Stato pienamente sovrano con Gerusalemme come capitale.Il nostro messaggio alle famiglie dei prigionieri è forte e chiaro: la vostra crisi riguarda Netanyahu e il suo gabinetto di guerra. La continua aggressione impedisce il rilascio dei prigionieri. Se li volete indietro, dovete far capire a Netanyahu che la resistenza non si spezzerà.Vorremmo sottolineare che l’amministrazione Biden è un partner nella guerra contro Gaza poiché impedisce la consegna degli aiuti. Questa amministrazione ha paralizzato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con il suo veto. A meno che non fermino gli israeliani, saranno ritenuti moralmente e legalmente responsabili di tutti i crimini commessi a Gaza".

Sul versante israeliano, il portavoce dell'esercito Daniel Hagari ha dichiarato a sua volta che l'invasione terrestre e il bombardamento aereo della Striscia di Gaza da parte di Israele non si fermeranno finché il governo di Tel Aviv non chiederà la fine dell'offensiva militare:

"Continueremo i nostri attacchi a Rafah per prendere di mira i leader di Hamas", ha detto il portavoce dell'IDF. "Il nostro obiettivo è smantellare Hamas e non avere alcun corpo militare che ci minacci".

Il fatto è che, in realtà, lo Tsahal sta sparando contro tutto quello che si trova a Gaza, non facendo alcuna differenza tra miliziani e civili, tra uomini, donne e bambini... senza tener conto che le persone siano o meno disarmate.

Lo ha fatto presente oggi anche l'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, affermando di aver ricevuto "informazioni inquietanti" secondo le quali le forze israeliane avrebbero ucciso sommariamente almeno 11 uomini palestinesi disarmati davanti ai loro familiari nel quartiere Rimal, a Gaza City.

"Ciò solleva allarme sulla possibile commissione di un crimine di guerra", si legge in una nota, chiedendo un'indagine indipendente. L'esercito israeliano "presumibilmente ha separato gli uomini da donne e bambini, e poi ha sparato e ucciso almeno 11 uomini, per lo più tra i 20 ei 30 anni, davanti ai loro familiari", si legge nel comunicato. L'esercito "ha poi ordinato alle donne e ai bambini di entrare in una stanza e gli ha sparato o ha lanciato una granata all'interno, ferendone gravemente alcuni, tra cui un neonato e un bambino".

L'OHCHR ha confermato gli omicidi avvenuti nell'edificio Al Awda, aggiungendo però che sta ancora verificando circostanze e testimonianze.

Il numero delle vittime ha raggiunto le 20mila. ma è un numero destinato sicuramente a salire, anche senza i bombardamenti dello Stato ebraico.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'OMS, ha lanciato a tal proposito un nuovo appello per porre fine ai combattimenti, per l'allarme letale causato dal mix di malattie, fame e mancanza di igiene e servizi igienici:

"La fame indebolisce le difese dell'organismo e apre la porta alle malattie. Gaza sta già registrando un’impennata del tasso di epidemie di malattie infettive", ha affermato, sottolineando che i casi di diarrea tra i bambini sotto i cinque anni sono attualmente 25 volte superiori al numero prima del conflitto. "Tali malattie possono essere letali per i bambini malnutriti, soprattutto in assenza di servizi sanitari funzionanti".

Ma essendo palestinesi, per Stati Uniti e Israele, evidentemente, ciò non sembra costituire un problema, anche se l'ultima dichiarazione odierna di Macron sembra far ritenere che nell'occidente si stia insinuando qualche dubbio sulle reali intenzioni dello Stato ebraico nel portare avanti l'attuale genocidio e "domocidio": 

"Non possiamo lasciare che si radichi l’idea che una lotta efficace contro il terrorismo implichi radere al suolo Gaza o attaccare indiscriminatamente le popolazioni civili", ha affermato.