La salute del cuore e del metabolismo passa anche da gesti semplici, come misurare il girovita. Un metro da sarta, simbolo della nuova campagna nazionale “Per un cuore sano, conta ogni centimetro”, diventa così un prezioso strumento di prevenzione contro le patologie cardiometaboliche legate all’obesità e al sovrappeso. Questa iniziativa, promossa dalla Fondazione Italiana per il Cuore (FIPC) e patrocinata dal Ministero della Salute, si propone di sensibilizzare l’intera popolazione sull’importanza di monitorare i centimetri in eccesso, messi in luce come uno dei principali indicatori di rischio per malattie croniche.

 
Il metro da sarta: un piccolo gesto con grandi benefici
Spesso l’attenzione si concentra esclusivamente sull’Indice di Massa Corporea (IMC), un parametro che, pur essendo utile, non racconta l’intera storia del rischio metabolico. Infatti, la misurazione della circonferenza vita si sta affermando come l’indicatore più accurato per valutare la quantità di grasso addominale viscerale, colui “cattivo” che circonda gli organi interni e che può compromettere il funzionamento di cuore, fegato, reni e altri organi vitali.

Il gesto è semplice: posizionarsi in piedi, senza indossare abiti o cinture che comprimono il girovita, e avvolgere il metro all’altezza dell’ombelico, tra l’ultima costa toracica e il bordo superiore della cresta iliaca. Il risultato, letto senza stringere eccessivamente, fornisce un dato immediato e utile per stimare il rischio di patologie cardiometaboliche. E per chi non possiede un metro da sarta, basta anche una vecchia cintura, purché si controlli che il foro utilizzato sia sempre lo stesso, monitorando così eventuali cambiamenti nel girovita.

 
Obesità: dalla diagnosi alla complessità della malattia
L’obesità non è semplicemente un problema estetico, ma una malattia cronica ed evolutiva, riconosciuta ufficialmente nel Piano Nazionale della Cronicità. Sebbene il BMI (Body Mass Index) rappresenti lo strumento diagnostico più diffuso – con valori tra 25 e 30 indicanti il sovrappeso e oltre 30 l’obesità – la misurazione della circonferenza vita integra e affina l’analisi del rischio.

Questo approccio combinato consente di cogliere meglio la reale entità dell’accumulo di grasso addominale viscerale, il quale, in condizioni di obesità, non si limita a essere una riserva energetica, ma diventa un vero e proprio fattore di rischio per malattie gravi: dal diabete mellito di tipo 2 alle patologie epatiche, fino ad arrivare a quelle cardiovascolari, renali e ad alcune forme di cancro. In altre parole, ogni centimetro in meno rappresenta un passo verso una maggiore salute e una riduzione del rischio di sviluppare patologie potenzialmente invalidanti.

 
Il grasso addominale viscerale: un nemico silenzioso
L’eccesso di grasso nella zona addominale, in particolare quello viscerale, è molto più di un problema di estetica. La sua presenza è associata a uno squilibrio nella secrezione di adipochine e molecole proinfiammatorie, che inducono un’infiammazione cronica di basso grado. Questo stato infiammatorio influisce negativamente sul metabolismo glucidico e lipidico, favorendo la resistenza all’insulina e aumentando il rischio di aterosclerosi e disfunzione endoteliale.

Il grasso viscerale, pertanto, diventa un indicatore prezioso per individuare chi è a maggior rischio di sviluppare malattie croniche, rendendo fondamentale la misurazione della circonferenza vita per una diagnosi precoce e per l’adozione tempestiva di strategie preventive.

 
Le differenze di genere e il ruolo degli ormoni
L’accumulo di grasso viscerale non è uniforme in entrambi i sessi. In Italia, i dati aggiornati al 2023 indicano che il 23% degli uomini e il 25% delle donne tra i 35 e i 74 anni soffrono di obesità. Tuttavia, le dinamiche ormonali giocano un ruolo determinante:

Nelle donne: fino alla menopausa, gli estrogeni hanno un effetto protettivo, limitando l’accumulo di grasso viscerale. Dopo la menopausa, però, la diminuzione di questi ormoni porta a una maggiore concentrazione di grasso nella zona addominale, con conseguenti maggiori rischi cardiometabolici.
Negli uomini: il calo di testosterone, già a partire dalla mezza età, favorisce l’accumulo di grasso centrale, aumentando la predisposizione a sviluppare complicazioni metaboliche.
Queste differenze evidenziano l’importanza di strategie preventive personalizzate che tengano conto delle specificità biologiche di ciascun genere.

 
Le malattie correlate all’obesità: un quadro allarmante
L’eccesso di grasso corporeo rappresenta una delle principali sfide sanitarie a livello globale. In Italia, le malattie cardio-cerebrovascolari restano la prima causa di mortalità, responsabili di circa il 31% dei decessi, con un impatto particolarmente marcato sulle donne. Inoltre, quasi il 41% degli italiani tra i 18 e i 69 anni presenta almeno tre fattori di rischio quali ipertensione, dislipidemia, diabete di tipo 2, sovrappeso e stili di vita poco salutari.

La crescita esponenziale dell’obesità, sia negli adulti che negli adolescenti – quest’ultima categoria è quadruplicata dal 1990 – evidenzia l’urgenza di interventi preventivi e di una maggiore consapevolezza dei rischi associati a uno stile di vita non equilibrato.

 
Strategie di intervento e prevenzione: dal cambiamento degli stili di vita alle terapie avanzate
Combattere l’obesità richiede un approccio multidimensionale. La prima strategia è, senza dubbio, la prevenzione attraverso la modifica degli stili di vita. Un’alimentazione sana ed equilibrata, associata a un’attività fisica regolare, rappresenta il cardine per ridurre il grasso viscerale e migliorare la salute cardiovascolare.

In alcuni casi, quando la sola prevenzione non basta, si può ricorrere anche a terapie farmacologiche o, in situazioni selezionate, alla chirurgia bariatrica. Ridurre di pochi centimetri la circonferenza vita non è una questione di vanità, ma un passo fondamentale verso il miglioramento della qualità della vita e la prevenzione di malattie croniche.

 
L’impegno delle istituzioni e il lavoro di squadra
La campagna “Per un cuore sano, conta ogni centimetro” gode del pieno sostegno del Ministero della Salute, che ha sottolineato l’importanza di agire contro l’obesità per ridurre il rischio di malattie croniche. In un messaggio di apertura, il Ministro della Salute ha ricordato che “contrastare l’obesità significa agire su uno dei principali fattori di rischio per molte malattie croniche” e ha evidenziato come la prevenzione sia l’alleato più efficace in questa battaglia.

Questa iniziativa vede la collaborazione di numerose istituzioni, associazioni scientifiche e aziende del settore, come Novo Nordisk, GVM Care & Research, Zentiva e Daiichi Sankyo, che insieme lavorano per diffondere strumenti e informazioni utili per una corretta gestione dell’obesità. Tale sinergia rappresenta un esempio virtuoso di come il confronto tra diversi settori possa tradursi in benefici concreti per la salute pubblica.

 
Sfatare i miti: la lotta contro le fake news sull’obesità
Un altro importante obiettivo della campagna è combattere le fake news che alimentano stereotipi e pregiudizi sull’obesità. Tra le idee errate più diffuse troviamo:

  • L’obesità è solo una questione di mancanza di volontà”: Falso. L’obesità è una malattia complessa, influenzata da fattori genetici, ambientali e socioeconomici.

  • La pasta fa ingrassare”: Falso. I cereali, come la pasta integrale, sono una fonte essenziale di carboidrati complessi.

  • L’ananas brucia i grassi”: Falso. Nonostante contenga bromelina, l’ananas non ha effetti brucia-grassi.

  • Tutti i grassi sono dannosi”: Falso. I grassi sani, come quelli presenti nell’olio d’oliva, nella frutta secca e nel pesce, sono fondamentali per il benessere cardiovascolare.

  • Fare addominali elimina la pancetta”: Falso. Gli esercizi mirati rafforzano i muscoli, ma solo una combinazione di dieta equilibrata e attività fisica generale permette di ridurre il grasso localizzato.

  • Le intolleranze causano sovrappeso”: Falso. Le intolleranze alimentari possono provocare disturbi, ma non sono la causa dell’accumulo di grasso.

  • Per dimagrire basta saltare i pasti”: Falso. Saltare i pasti rallenta il metabolismo, mentre una dieta regolare e bilanciata favorisce un dimagrimento sano.

 
I cinque comportamenti salutari da adottare
Gli esperti invitano a seguire alcune pratiche quotidiane per prevenire l’obesità e le sue conseguenze:

  • Segui una dieta sana ed equilibrata: Affidati a professionisti per elaborare piani alimentari personalizzati e evita diete fai da te.

  • Pratica attività fisica regolare: Dedica almeno 150 minuti a settimana ad esercizi moderati o 75 minuti ad attività intense, seguendo programmi personalizzati.

  • Gestisci lo stress: Impara a ridurre lo stress, che favorisce l’accumulo di grasso addominale, e adotta tecniche di rilassamento.

  • Smetti di fumare: Il fumo contribuisce non solo a danneggiare la salute, ma anche ad aumentare il grasso viscerale e rallentare il metabolismo.

  • Segui le indicazioni mediche: Mantieni costanti i controlli e rispetta le terapie prescritte, integrando gli stili di vita salutari nella tua routine quotidiana.


La campagna “Per un cuore sano, conta ogni centimetro” rappresenta un invito concreto a monitorare e prendersi cura della propria salute, partendo da un semplice gesto quotidiano. Misurare il girovita con un metro da sarta – o una cintura – può essere il primo passo per identificare i rischi nascosti dell’obesità e avviare un percorso preventivo che coinvolga alimentazione, attività fisica e uno stile di vita equilibrato. Grazie alla collaborazione tra istituzioni, mondo scientifico e realtà aziendali, questa iniziativa dimostra che la prevenzione è davvero un gioco di squadra, capace di migliorare la qualità della vita di milioni di persone.