Il Senato approva il decreto legge sull'Ilva con con 157 sì ed il voto contrario di M5S, Sel, Fi, Cor e Lega. In base al testo, l'Ilva potrà essere venduta al miglior offerente e lo Stato si occuperà delle bonifiche e il risanamento ambientale, cui saranno destinati 300 milioni che dovranno poi essere restituiti dal compratore degli impianti siderurgici.

Ilva non è solo Taranto, ma anche Genova. La cessione degli impianti è vista dai lavoratori della città ligure non come un'opportunità, ma come un rischio per il loro posto di lavoro. In base ad un accordo firmato nel 2005, l'impianto di Genova nonostante la chiusura della lavorazione a caldo avrebbe mantenuto sia i livelli occupazionali che queli di reddito.

Nella legge approvata al Senato, di tale accordo non c'è traccia. Inoltre, le aziende che hanno manifestato interesse all'acquisto hanno già fatto sapere di non dare garanzie che il numero attuale di lavoratori a Genova sarà mantenuto.
Per tale motivo da alcuni giorni i dipendenti dell'Ilva stanno manifestando, di fatto bloccando con cortei e presidi molte strade del capoluogo ligure.

La protesta dei lavoratori è rivolta ad ottenere che il governo partecipi all'appuntamento fissato al MISE il prossimo 4 febbraio, in modo da dare garanzie ai lavoratori sulla base di impegni espressi in forma ufficiale. Per il momento, l'unico intervento registrato da parte dello Stato è quello dell'invio di numerose forze di polizia per controllare e contenere la protesta in atto.