Confermata ufficialmente l'indiscrezione del quotidiano Politico che già ad inizio del mese di maggio aveva anticipato la bozza con cui la Corte Suprema degli Stati Uniti, entro il 30 giugno, avrebbe ribaltato il pronunciamento della sentenza emessa dalla stessa Corte suprema nel 1973 relativo alla causa Roe contro Wade,  che riconosceva il diritto costituzionale di una donna all'aborto e lo legalizzava a livello federale.

Nella sentenza odierna, con 6 voti a favore e 3 contrari, i giudici hanno confermato la legge del Mississippi sostenuta dai repubblicani che vieta l'aborto dopo 15 settimane, mentre il voto per ribaltare la Roe contro Wade ha registrato il risultato di 5-4, perché il giudice capo John Roberts, che ha sostenuto la legge del Mississippi,  non ha condiviso la decisione degli altri suoi colleghi conservatori.

"La Costituzione non fa alcun riferimento all'aborto e nessun diritto del genere è implicitamente protetto da alcuna disposizione costituzionale", ha scritto il giudice Alito per motivare il voto per ribaltare la sentenza Roe contro Wade.

Cancellando l'aborto come diritto costituzionale, La Corte ha riassegnato ai singoli Stati la possibilità di approvare leggi che proibiscano l'aborto. Ventisei, al momento, sono gli Stati certi o probabili che vieteranno l'aborto. 

Nella sentenza, i tre giudici che si sono opposti - Stephen Breyer, Sonia Sotomayor ed Elena Kagan -  hanno dichiarato:

"Qualunque sia l'esatta portata delle leggi future, un risultato della decisione odierna è comunque certo: la riduzione dei diritti delle donne e del loro status di cittadine libere ed eguali ... dal momento stesso della fecondazione, una donna non avrà alcun diritto. Uno Stato potrà costringerla a portare a termine una gravidanza".

La presidente della Camera dei rappresentanti, la democratica Nancy Pelosi, ha denunciato la decisione affermando che una "Corte suprema controllata dai repubblicani" ha raggiunto "l'obiettivo oscuro ed estremo di quel partito di strappare il diritto delle donne a prendere le proprie decisioni sulla salute riproduttiva".

 Va comunque ricordata anche la dichiarazione del giudice conservatore Brett Kavanaugh che ha precisato che "la Costituzione non vieta l'aborto, né legalizza l'aborto", aggiungendo che la sentenza non consente agli Stati di vietare ai residenti di recarsi in un altro Stato per ottenere un aborto, o di punire retroattivamente le persone per aborti precedenti, azioni protette da altri diritti costituzionali.