Un confronto entusiasmante ieri tra il criminologo molisano e gli studenti dell’Istituto Comprensivo “A. Caponnetto” di Palermo.

Vincenzo Musacchio ha ricordato ai ragazzi presenti le tante vittime di mafia ed ha affrontato i temi delle “nuove” mafie e dell'importanza di un’antimafia sociale e culturale.

“I giovani saranno gli artefici del tanto auspicato cambiamento della società voluto da Paolo Borsellino”. “Dovremo dotarli di quella conoscenza necessaria frutto dell'impegno e dello studio portato avanti nella scuola”. “La lotta alle mafie e alla corruzione è oggi una battaglia per la democrazia e la libertà”.

Musacchio ha parlato anche della morte di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino ritenendo che furono uccisi perché lo Stato li abbandonò al loro destino.

Su sollecitazione degli studenti, si è espresso anche sulla cattura di Matteo Messina Denaro: “Ha avuto intorno a sé una rete di protezione e di complicità ampia e potente”. “Una rete occulta a sua protezione fatta di boss, faccendieri, politici, funzionari di Stato e persino membri della massoneria”. “Quando ci riferiamo a Matteo Messina Denaro dobbiamo comprendere che eravamo di fronte ad un soggetto che era a conoscenza dei segreti nascosti e indicibili del periodo stragista e del rapporto tra Stato e mafia”. “Non dimentichiamoci di quest’aspetto non trascurabile”.

Musacchio si è congedato dagli studenti ricordando la maggiore pericolosità delle mafie contemporanee rispetto a quelle del passato. “Una volta avevamo la mafia feroce e violenta di Riina, poi abbiamo avuto quella silente e corruttiva di Messina Denaro, oggi abbiamo una mafia mercatistica, transnazionale e abile all’utilizzo delle più moderne tecnologie informatiche”. “Per sconfiggere queste mafie non bastano le forze dell'ordine e la magistratura e la lotta non può essere fatta solo entro i confini nazionali ma deve essere necessariamente transfrontaliera”. “Finché daremo l’opportunità alla mafia di sostituirsi allo Stato questa accrescerà sempre di più il suo esercito di complici e fiancheggiatori”.

“Vi lascio con un bellissimo auspicio di Paolo Borsellino: La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. “La mafia può essere sconfitta e insieme possiamo farlo se solo lo volessimo davvero”.