Il movimento delle «Magliette Bianche» è costituito da semplici cittadini, accomunati dall’idea di migliorare i propri territori, spesso vessati da enormi problematiche.

Essi hanno a cuore la tutela della salute e dell’ambiente, poiché vivono all’interno o in prossimità di contesti gravemente inquinati, classificati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dalle Regioni come S.I.N. o S.I.R. (Siti Interesse Nazionale o Regionale per le bonifiche da effettuare), oppure in luoghi, dove gli standard comunitari di qualità ambientale per aria, acqua o suolo potrebbero non essere rispettati. Il loro auspicio è un’attuazione piena delle leggi esistenti e la creazione di nuove norme per un’efficace tutela della salute con un ruolo operativo e di coordinamento del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Essi chiedono inoltre procedimenti amministrativi e penali rapidi ed efficaci, affinché il principio “chi inquina paga” sia realmente rispettato e siano finanziate le bonifiche anche dalle aziende colpevoli con ristoro dei danni subìti dalla collettività. Le “Magliette Bianche” sono prive di qualsiasi ulteriore segno distintivo, che presenziano pacificamente per i loro diritti in luoghi pubblici o a libero accesso ed ognuno può unirsi a loro.

Il loro programma consiste nelle seguenti dieci richieste: un cronoprogramma non derogabile per bonifiche, finanziamenti e responsabilità con in particolare le bonifiche ambientali in tutti i siti SIN d’Italia, il rafforzamento della struttura ministeriale dedicata ai SIN, la previsione di obiettivi di breve, medio e lungo periodo, chiari, pubblici, trasparenti e non derogabili in termini di aree bonificate/messe in sicurezza, lo stanziamento di risorse pubbliche per garantire le bonifiche nei siti “orfani” (cioè dove non è possibile rintracciare chi ha inquinato) per lavori necessari e urgenti da realizzare “in danno” di chi sarà dichiarato colpevole dalla Magistratura, competenza esclusiva nelle indagini dei NOE, dei Carabinieri-Forestali, delle Capitanerie di Porto, se trattasi di aree marine;

la sorveglianza epidemiologica e cure gratuite, in particolare l’istituzione della tessera sanitaria denominata “Green Card SIN”, gratuita per tutti gli abitanti, pregressi o attuali, vicini od interni ad aree SIN, con screening sanitari a cadenze regolari, per rischi specifici, stabiliti da linee guida predisposte dal Ministero della Salute, specifiche per ogni area SIN;

la valutazione d’impatto sanitario, la valutazione integrata ambientale e sanitaria con un gruppo di lavoro congiunto dei Ministeri Salute e Ambiente per verificare, col supporto di organismi pubblici di ricerca ed entro un anno, la sommatoria delle emissioni degli stabilimenti produttivi, ad alto e medio impatto ambientale, presenti all’interno o nelle immediate vicinanze dei SIN, la valutazione effetto cumulo ed effetto sinergico delle emissioni e delle ricadute;

 VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) ed VIIAS (Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario) per ogni procedura di autorizzazione ambientale; un coordinamento interforze per controlli sui reati ambientali ed inasprimento delle pene mediante l’istituzione di un Coordinamento Nazionale Interforze, tra NOE, Carabinieri-Forestali, Guardia di Finanza e Guardia Costiera per l’accertamento di reati ambientali, una verifica della corrispondenza tra prescrizioni contenute nei vari procedimenti di carattere ambientale (A.I.A., V.I.A., A.U.A.) ed attuazione dei piani per gli impianti a Rischio di Incidente Rilevante, un inasprimento delle pene per chi commette reati ambientali, frodi o falsificazioni alimentari, con ancora una maggiore tutela del Made in Italy ed una maggiore promozione e tutela delle eccellenze di biodiversità territoriali, la responsabilità penale per chi realizza opere e svolge attività in assenza di V.I.A. o V. Inc. A.;

la creazione di una “DDA” dell’ambiente e la semplificazione per l’accesso alla giustizia per i cittadini con la specializzazione delle Procure sui reati ambientali, connessi all’inquinamento, con creazione di una “Procura Speciale Ambientale” ed una normativa “semplificata”, volta a favorire la tutela legale dei cittadini dei SIN;

la cancellazione dell’attuale analisi di rischio, fissando soglie e limiti certi della Concentrazione Soglia di Contaminazione, adottando un approccio olistico ed ecosistemico, che non guardi esclusivamente all’esposizione umana;

la cancellazione dell’art. 242 bis sulle procedure semplificate e l’abolizione del V.I.A. postuma od a sanatoria; ridefinizione della responsabilità dei Comuni per le procedure di bonifica nelle aree inquinate non SIN, con previsione di parametri minimi di personale esperto (geologi; biologi; ingegneri ambientali) per istruire i procedimenti, introducendo l’azione sostitutiva delle Regioni per i Comuni non aventi le competenze minime;

trasparenza, partecipazione ed educazione ambientale con accessibilità alla documentazione connessa alle procedure di bonifica nei SIN ed ai monitoraggi ambientali, la pubblicazione integrale e preventiva rispetto alla convocazione delle conferenze dei servizi, incontri pubblici informativi sui SIN, sviluppo dei piani di comunicazione, sviluppo di siti WEB dedicati a SIN/SIR ed alle bonifiche almeno nelle città capoluogo;

cambiamento delle politiche produttive con la creazione di un piano industriale italiano volto al cambiamento delle politiche produttive, con una normativa che incentivi la realizzazione di prodotti ecosostenibili, venduti in imballaggi esclusivamente compostabili, con progettazione a priori del fine vita.