Politica

Musacchio: depotenziare il sistema dei collaboratori di giustizia significa sottovalutare la pericolosità delle nuove mafie.

La mafia di Totò Riina, stragista e sanguinaria, non c’è più. Oggi, la moderna criminalità organizzata è mercatistica, invisibile e transazionale. È molto più pericolosa rispetto a quella del passato. In questo momento storico la voracità mafiosa è tutta rivolta alle risorse del “Pnnr”.  Nel complesso il nostro Paese disporrà di circa 248 miliardi di euro.

A tali risorse, si aggiungono quelle rese disponibili dal programma “React-Eu” che, come previsto dalla normativa europea, saranno spese nel triennio 2021-2023. Si tratta di fondi per ulteriori 13 miliardi di euro. In un tessuto economico, finanziario e sociale fragilissimo conseguenza anche della attuale pandemia, la lotta alle mafie non può arretrare di un millimetro. Non possiamo assolutamente permetterci di sottovalutare le continue metamorfosi delle nuove organizzazioni mafiose.

L’importanza dei collaboratori di giustizia non va sottovalutata, sminuita e indebolita. Dobbiamo pensare al contrario a rinvigorirla con leggi che prevedano criteri di agevolazione per chi collabora con la giustizia, mentre dobbiamo limitare l’ammissione ai benefici dei condannati per reati gravissimi che al contrario con la giustizia non solo non collaborano ma la ostacolano. Non si possono trattare allo stesso modo collaboranti e non collaboranti perché questo significherà la fine delle collaborazioni con lo Stato con conseguente gravissimo danno alla lotta contro il nuovo crimine organizzato.

Vincenzo Musacchio, giurista, criminologo, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA) e ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Falcone e Borsellino nella seconda metà degli anni ’80.

Autore SCUOLA DI LEGALITA DON PEPPE DIANA
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